Convocato 3 volte in un mese, non è ancora stato operato: così il calciatore è ancora fuori gioco

Il 27 è la prossima data utile "ma eravamo rimasti che prima mi facevano sapere e io non ho saputo niente"

“Non gioca a pallavolo, ma a calcio. Non si può essere fuori gioco tutto questo tempo per un gomito“. E’ la fidanzata Ginevra Parrini, anche lei atleta, a raccontare la storia del calciatore Francesco Colombini, 30 anni, tesserato con la Cuoiopelli, che attende da fine novembre di operarsi a un gomito. “Un’operazione di mezz’ora – spiega -, che siamo andati 3 volte in ospedale per fare, con tutti i preparativi che un intervento richiede, dal digiuno alla logistica e per 3 volte ci hanno rimandato a casa. La prossima data è il 27 dicembre ma eravamo rimasti che prima mi facevano sapere e io non ho saputo niente. Non credo mi chiamino a Natale. Se tutto fosse andato come previsto, ora sarebbe già rientrato in campo”.

francesco colombini, cuoiopelli, calcio

Il difensore si era procurato la frattura scomposta in campo, lo scorso 26 novembre. Da allora è in lista d’attesa per l’intervento, che non ha priorità alta, ma che comunque gli è necessario per lavorare, per iniziare la riabilitazione, per guidare l’auto, visto che al momento deve essere accompagnato, anche in ospedale quando riceve una data per l’intervento. “In molti – racconta Ginevra – gli stanno chiedendo perché non rientra, ma non è colpa sua: così non può riprendere a giocare. Nonostante i vari solleciti, anche della Società, la risposta è sempre la stessa: è in lista. Ma lui ha già perso tono muscolare e il rischio è che i tempi della riabilitazione si allunghino”. L’azienda garantisce che l’intervento sarà fatto entro l’anno, che finisce tra una settimana.

“Tra l’altro, la prima volta è stato ricoverato in ospedale per una settimana in attesa di questo intervento. Penso che quel posto letto si sarebbe potuto impiegare in modo migliore invece che per un ragazzo che sostanzialmente sta bene”. Dopo quell’intervento mai fatto, l’ospedale di Empoli ne programmò un secondo, stando al racconto e quando anche quello è stato disdetto “abbiamo lasciato l’ospedale e siamo andati a Careggi. Ma non siamo stati più fortunati. Anche lì, già una volta ha iniziato la pre operatoria con digiuno e tutto il resto ma poi era giornata di sciopero e siamo dovuti tornare a casa. Magari, invece che per il 18, potevano programmarlo per il 19… Sta diventando una storia infinita, per questo abbiamo deciso di raccontarla”.

 

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