Verona – Fiorentina 1-2
VERONA (3-4-2-1): Silvestri, Dawidowicz, Gunter (24’st Magnani), Di Marco, Faraoni, Tameze (24’st Sturaro), Ilic (15’st Salcedo), Lazovic (34’st Kalinic), Barak, Lasagna, Bessa (24’st Zaccagni). A dfisp.: Berardi, Pandur, Cetin, Colley, Favilli, Ruegg, Udogie. All.: Juric

FIORENTINA (3-5-2): Dragowski, Caceres, Pezzella, Martinez Quarta, Venuti, Amrabat, Pulgar, Bonaventura (40’st Castrovilli), Biraghi (40’st Igor), Ribery (31’st Kouame), Vlahovic. A disp.: Terracciano, Rosati, Barreca, Callejon, Eysseric, Malcuit, Montiel, Olivera. All.: Iachini.

ARBITRO: Prontera di Bologna (Passeri e Lombardi, quarto uomo Ayroldi, Var Orsato, Avar Lo Cicero)

RETI: 45’pt rig Vlahovic, 20’st Caceres, 27’st Salcedo

NOTE: Ammoniti Bonaventura al 19’pt, Gunter al 23’st, Sturaro al 46’st, Kouame al 47’st, Martinez Quarta al 49’st

Torna alla vittoria, ma con la consueta sofferenza per portare il risultato a termine, la Fiorentina di Iachini. Lo fa grazie ai suoi migliori uomini, Vlahovic, Bonaventura e Ribery su tutti e ai nervi saldi quando la gara ritorna in bilico sul doppio vantaggio.
Nella prima parte di gara è Dragowski che si deve superare in un paio di occasioni, in particolare su Lasagna. Nel finale di frazione sulla prima vera azione dei viola Barak abbatte Bonaventura in area (prezioso il velo di Ribery in area) e l’arbitro Prontera fischia il calcio di rigore che Vlahovic non sbaglia portando i suoi in vantaggio negli spogliatoi.

Ripresa senza particolari emozioni e gara che si addormenta. Il Verona, così, fa il gioco della Fiorentina che, ancora sugli sviluppi di un calcio da fermo trova la zampata del 2-0 con un destro chirurgico di Caceres.

Juric decide i cambi solo sul doppio passivo e uno di questi è decisivo per rientrare in gara: è di Salcedo il gol che rende comunque frementi gli ultimi minuti di gara in cui, comunque, succede poco o nulla.

Un’iniezione di punti, e di morale, in vista della sfida al Franchi per la partita delle partite contro la Juventus. Si gioca per il 25 aprile, chissà che non possa essere la Liberazione dall’incubo retrocessione.