Picchiato e arso vivo, il cognato dal carcere: “Sono innocente, hanno sbagliato”
La difesa: "Maiorino parlerà all'udienza di convalida"
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“Sono innocente, hanno sbagliato. Non ho ucciso mio cognato”.
Interrogato per 10 ore, Daniele Maiorino, nega di essere lui l’assassino di Alessio Cini, morto dopo essere stato aggredito e arso vivo ad Agliana.
I carabinieri di Pistoia, coordinati dalla Procura, in pochi giorni dal delitto, avvenuto lo scorso 8 gennaio, alle primi luci dell’alba, avevano chiuso il cerchio, sia analizzando le immagini delle telecamere, ma anche in base a intercettazioni ambientali dove lo stesso uomo, parlando da solo, avrebbe spiegato i particolari dell’omicidio e per lui era scattato il fermo di indiziato, con tanto di misura cautelare in carcere, a Prato. Il movente, secondo gli inquirenti, quello dell’eredità.
Colpito e arso vivo, la svolta: fermato il cognato, lo avrebbe ucciso per l’eredità
Difeso dall’avvocato Katia Dottore Giachino, Maiorino ha “promesso” di parlare all’udienza di convalida del fermo, prevista per lunedì prossimo
“Ha affermato che vuole parlare – ha spiegato il legale -, perché mi ha detto ‘io sono innocente e qui non hanno capito che hanno sbagliato mira’. Le indagini al momento sono molto lacunose, perché in dieci giorni non si può chiudere un omicidio per due parole dette in macchina”.
Se il fermo verrà convalidato, la difesa è pronta a ricorrere al tribunale del riesame.
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