Cadaveri nelle valigie, Elona rompe il silenzio: “Il mio ex sapeva della gravidanza”

La donna, accusata di aver ucciso i genitori dell'uomo, durante l'interrogatorio ha parlato per 7 ore

Ha rotto il silenzio e, per la prima volta, Elona Kalesha ha risposto alle domande di pm e avvocati. 

La donna, una 36enne di origine albanese, come si ricorderà, è accusata di aver ucciso i genitori dell’ex
fidanzato, Teuta e Sphetim Pasho, scomparsi nel novembre 2015 e i cui corpi, nel dicembre di due anni fa, nel 2020, furono ritrovati a pezzi, chiusi in alcune valigie abbandonate in un campo tra il carcere fiorentino di Sollicciano e la FiPiLi.

All’udienza di convalida dell’arresto si era avvalsa della facoltà di non rispondere. Ieri, 22 novembre, invece, ha risposto alle domande durante l’interrogatorio, durato ben 7 ore, nell’aula bunker di Santa Verdiana, con il pubblico ministero titolare del fascicolo di indagine, dottoressa Ornella Galeotti, e il sostituto Beatrice Giunti. Presenti anche gli avvocati di parte civile Cristina Masetti ed Eleonora Rossi.

La donna ha ripercorso la sua storia con Taulant Pasho, iniziata con un incontro in un pub nel 2009 e poi culminata con la convivenza, dal 2012.  Quando nel 2014 lui è in carcere, lei gli scrive un messaggio, con due bombolette spray (“Ti amo Taulant mi manchi”) su un muretto di fronte al carcere di Solicciano, proprio vicino al campo in cui, poi, furono trovate le valigie con i resti dei suoceri.

“Conoscevo quella zona. In quella strada, a dieci minuti da casa mia, andavo sempre con i cani – ha riferito ai pm -. Non ero l’unica a portarli in quei campi a passeggio”.

Secondo l’accusa Elona avrebbe ucciso per impedire ai suoceri di rivelare al figlio, una volta uscito dal carcere, che lei aveva abortito nell’ottobre 2015.

Concepimmo in figlio con Taulant a Sollicciano, nel giardino degli incontri – ha affermato – Interruppi la gravidanza il 27 ottobre 2015 e lui lo sapeva”.  Ma l’uomo in aula aveva detto di non essere a conoscenza della gravidanza, e che in carcere non era possibile avere rapporti. 

L’interrogatorio della donna proseguirà il prossimo 29 novembre.

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