Don Andrea Bigalli: “Servono banche dati condivise e una carta etica”

Riunione con al centro il caso Keu e il piano rifiuti: “I partiti devono fare di più”

Lavorare il più possibile per incrementare l’incrocio dei dati tra procure, associazioni di categoria, forze dell’ordine e diffondere la pratica della condivisione assoluta delle banche dati e ridefinire il prima possibile una carta etica di riferimento tra partiti politici, associazioni produttive e mondo del lavoro.

Queste le due raccomandazioni del presidente dell’Osservatorio regionale della legalità don Andrea Bigalli ribadite nella seduta odierna dove sono state audite l’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni e la presidente della Commissione d’inchiesta su infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata Elena Meini. Al centro il caso Keu, oltre alle bonifiche e il piano rifiuti.

“Si è trattato di una seduta importante che ci ha permesso di fare una disamina ulteriore della questione Keu. A livello personale – ha aggiunto Bigalli – sottolineo che, se pur c’è stato un lavoro serio del Consiglio regionale, anche attraverso la Commissione d’inchiesta, resto perplesso su quanto poco abbiano trattato la questione i partiti politici: è necessario ridefinire il modo con cui selezioniamo le rappresentanze, le formiamo e come le definiamo da un punto di vista etico. Anci, insieme a Legambiente e Libera, ha proposto un’attività formativa per pubblici amministratori e per tecnici delle amministrazioni e questo ci sembra un percorso da tutelare e incrementare il più possibile”.

L’assessora Monia Monni ha parlato di “un confronto utile che ci ha visto condividere alcuni obiettivi, peraltro già inclusi nel nuovo piano regionale per l’economia circolare e per le bonifiche” e dato la disponibilità alla sottoscrizione di una carta etica: “Ciò attiene alla postura che le donne e gli uomini che fanno politica devono tenere nei confronti del mondo della produzione – ha affermato – Politica e impresa, nel rispetto reciproco dei ruoli, devono lavorare per il bene comune”.

Sul tema Keu la consigliera leghista Elena Meini ha ribadito le proprie preoccupazioni: “Resta un dubbio su cui attendiamo risposte che però non dipendono né dal Consiglio regionale né dalla Giunta: dove siano finite le ulteriori tonnellate di keu che Lerose ha ricevuto dal Consorzio Acquarno. L’assessore Monni ha specificato che c’è un’indagine in corso di Arpat con la magistratura e che a breve avremo le risposte: ad oggi sono coinvolti 13 siti ma, purtroppo, potrebbero essere molti di più”.

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