Investire su sanità territoriale e prevenzione: la proposta del Pd in Regione foto

Il consigliere Vannucci: "Non sprechiamo gli insegnamenti che la crisi pandemica ci ha dato"

Undici grandi temi, undici sfide per la sanità toscana del futuro. Il gruppo consiliare Pd in Regione ha presentato a Firenze il proprio contributo che giunge alla fine del percorso partecipativo degli stati generali della salute in Toscana e che sarà in discussione nelle prossime sedute della commissione sanità e politiche sociali.

Erano presenti il capogruppo, Vincenzo Ceccarelli, il presidente della commissione sanità, Enrico Sostegni, e gli altri componenti Pd della commissione: Federica Fratoni, Donatella Spadi e Andrea Vannucci.

“Tra le altre cose – ha detto Ceccarelli – la pandemia ci ha insegnato che dare risorse finanziarie alla sanità, se spese bene, significa investire in salute ma anche in economia. Il nostro contributo, alla fine del percorso partecipativo degli stati generali della salute, si articolo in undici punti, undici sfide per la sanità del futuro. A qualche anno di distanza dall’ultima riforma, vogliamo ribadire che la sanità toscana deve continuare ad essere a forte trazione pubblica”.

“Intanto – prosegue Ceccarelli – partiamo da un dato: la lezione della pandemia e le indicazioni del Pnrr ci dicono che la sanità territoriale è quella che maggiormente dovrà essere rafforzata in futuro. Al momento prevediamo una dotazione complessiva di 78 case di comunità, 24 ospedali di comunità, 37 centrali operative territoriali“.

“Servizi sul territorio che andranno intrecciati con alcune innovazioni, quali ad esempio quella dell’istituzione dello psicologo di base, un nuovo approccio nel rapporto tra territorio e ospedale, il grande tema della digitalizzazione. In estrema sintesi: noi proponiamo di investire sulla prevenzione, sul rafforzamento dell’organizzazione della sanità territoriale, potenziando e allargandone i servizi, promuovere l’innovazione, la ricerca e la modernizzazione del sistema, valorizzare il personale sanitario attraverso la formazione e rafforzare i servizi per la non autosufficienza. Infine – conclude il consigliere del Pd  ma non per ultimo, un’attenzione particolare alle liste d’attesa, problema che bisogna aggredire per tornare ai livelli pre Covid”.

Il presidente della commissione sanità, Enrico Sostegni, ha poi fatto il punto sul percorso istituzionale. “Oggi presentiamo il contributo di proposte del Pd – ha detto – Insieme alle altre che arriveranno in commissione cercheremo di fare sintesi e di portare in aula, entro il mese di marzo durante una seduta speciale sulla sanità, il testo di una risoluzione il più possibile condivisa. La fine del percorso degli stati generali che segna, di fatto, l’avvio del percorso della nuova programmazione socio sanitaria in Toscana”.

Con queste proposte, il gruppo Pd prova a dare un quadro completo di scelte e anche a tenere dei punti fermi, delle certezze per il sistema. Come ad esempio sulla governance, confermando la struttura delle 3 Asl, ma senza nascondere alcune criticità, come quella relativa ai rapporti tra aziende territoriali e aziende universitarie e proponendo una specifica struttura in assessorato che si occupi del raccordo”.

“Per quanto riguarda la sanità territoriale, confermiamo la bontà del modello delle case di comunità ma allo stesso tempo riteniamo che ci sia bisogno di rafforzare la governance territoriale anche attraverso lo strumento della Società della salute, che noi pensiamo debbano essere una per ogni zona distretto. Ed è il quello il luogo dove si discutono le politiche territoriali socio sanitarie” sottolinea Sostegni.

“Vi è poi il punto dell’innovazione digitale: nei prossimi anni questo comporterà cambiamenti fondamentali e che ancora oggi non riusciamo a cogliere pienamente. Come pure per quanto riguarda le politiche socio sanitarie, dove riteniamo che i due capisaldi siano la personalizzazione degli interventi e la pluralità dei servizi. E qui c’è anche il tema delle rsa: dobbiamo riuscire a mantenere un livello dell’offerta che ci porti a realizzare non un solo tipo di servizio ma una pluralità di servizi sui territori e che questi rispettino i requisiti di eccellenza che la Toscana ha fissato” conclude.

Dopo Ceccarelli e Sostegni, è intervenuta la consigliera Donatella Spadi che ha messo in risalto alcuni punti, a partire dalla governance con “la partecipazione del consiglio dei sanitari nelle direzioni ospedaliere, cosa che valorizza le figure tecniche. Altra questione fondamentale riguarda la carenza del personale medico ed infermieristico, cosa particolarmente avvertita nelle aree interne e disagiate. Su questo occorre uno sforzo anche nazionale. Altra questione che abbiamo sottolineato è quella dell’esigenza di uniformare il servizio di emergenza urgenza, anche per quanto attiene i requisiti tecnici e la composizione minima dell’equipaggio degli autoveicoli di soccorso delle aziende, con l’obiettivo di garantire una risposta appropriata, tempestiva e omogenea su tutto il territorio regionale”.

Per la consigliera Federica Fratoni “Ci sono le condizioni, dopo lo stress al quale è stato sottoposto il sistema dalla pandemia, di ripartire per una nuova stagione con rinnovato vigore. Anch’io voglio mettere in risalto i temi della sanità territoriale, dove l’integrazione dei servizi socio sanitari deve essere centrale. Dobbiamo produrre un salto di qualità su questo punto, perché essa costituisce la leva con la quale procedere a una presa in cura complessiva del cittadino. E qui anche il terzo settore è chiamato ad assumere un ruolo da protagonista. E, infine – aggiunge – penso alle case di comunità che oggi siamo abituati a ritenere dei grandi poliambulatori e che invece dovranno essere luogo di residenza di tutti i servizi attinenti alla cura, alla prevenzione e alla presa in carico, anche i servizi sociali che oggi sono in capo ai Comuni”.

Il commissario Andrea Vannucci ha infine sottolineato il buon lavoro della commissione e ha sottolineato che le proposte avanzate oggi “Vanno nella direzione di non sprecare gli insegnamenti che la crisi pandemica ci ha dato. Del resto proprio durante l’emergenza Covid abbiamo toccato con mano dei cambiamenti, nuovi modelli di intervento da valorizzare e implementare. Le nostre proposte sono tante ed è difficile fare un elenco esaustivo ma quello che voglio sottolineare è lo sforzo in sanità di dare dignità e valore alla parola sistema, una cosa che deve funzionare bene, dove tutti gli ingranaggi si muovono per fare in modo che il meccanismo complessivo svolga la funzione per la quale è stato programmato. E questi ingranaggi sono: gli ospedali, il territorio, il digitale, i servizi sociali, l’integrazione dei servizi”.

 

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