Psichiatra uccisa: il 13 dicembre prima udienza per Seung

Il giovane che ha rifiutato la perizia psichiatrica anche del professor Meluzzi, è stato ritenuto capace di intendere e volere e, quindi, imputabile

Inizierà nel mese di dicembre il processo in Corte d’Assise a Pisa per l’omicidio della psichiatra Barbara Capovani, uccisa da Gianluca Paul Seung a colpi di spranga davanti all’ospedale Santa Chiara ad aprile scorso.

La vittima, dopo due giorni di agonia a Cisanello, morì a causa della gravissime ferite e lesioni riportate, mentre il suo omicida fu arrestato con un blitz notturno della Squadra Mobile pisana nella sua abitazione a Torre del Lago.

L’arma del delitto non è mai stata ritrovata, ma ad incastrare Seung sono state le telecamere che lo hanno immortalato davanti al nosocomio pisano, cosi come le scarpe rosse che il giovane, con precedenti, che, dopo il delitto, sono state recuperate in un cassonetto per il riciclo prima che, gettate via, partissero con un carico destinato alla Tunisia

La prima udienza, per le questioni preliminari, è fissata per il 13 dicembre, poi verranno calendarizzate le successive.

Sia la famiglia della vittima che l’Asl si costituiranno parte civile.

Seung, che ha rifiutato la perizia psichiatrica anche da parte del consulente di parte nominato dalla difesa, professor Alessandro Meluzzi, è  stato ritenuto capace di intendere e volere e, quindi, imputabile.

“Il 21 di aprile scorso – afferma Maria Letizia Casani, direttrice della Asl Toscana nord ovest che nel ricordare la figura di Barbara Capovani conferma che l’azienda da lei diretta si è costituita parte civile nel processo a Seung – è stato per noi un giorno terribile che non dimenticheremo mai, che ha lasciato negli operatori un profondo dolore e sconcerto per la perdita di una figura stimata e apprezzata. Barbara era una persona ed una professionista speciale, il suo sguardo era sempre rivolto verso chi stava soffrendo, agli ultimi, spesso dimenticati. Un atto per noi importante e dovuto come segno di riconoscenza verso chi ha dato tanto e un monito contro la violenza nei confronti del personale sanitario”.

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