Crolla il potere d’acquisto per i lavoratori dipendenti anche nelle province toscane

Una stangata in media di 1870 euro annui, i più colpiti sono i lavoratori edili. L'incremento dei costi energetici è stato pari al 116 per cento

Crolla il potere d’acquisto per i lavoratori dipendenti anche nelle province toscane.

Uno studio dell’istituto di ricerche economiche e sociali della Toscana (Ires)  ha analizzato l’aumento dei costi principali e lanciato l’allarme. Primo responsabile, l’aumento dei costi energetici, che poi si riverbera sull’intero paniere della spesa.

Secondo lo studio c’è in atto un vero e proprio crollo del potere d’acquisto per 1,2 milioni di lavoratori dipendenti (in media di 1870 euro annui, i più colpiti sono gli edili); incremento dei costi energetici per le famiglie pari al 116% (in termini assoluti pari a 1560 euro annui in più); più 10% del costo dei beni alimentari (paniere mensile aumentato di 52 euro); aumento pari a 218 euro della rata media mensile dei mutui. Sono gli effetti sui cittadini toscani dell’impatto dell’inflazione (che potrebbe salire ulteriormente fino al 9,2% a fine anno), secondo le stime realizzate da Ires Toscana (col ricercatore Roberto Errico), il centro studio della Cgil Toscana.

Lo studio è stato presentato oggi (4 ottobre) nella sede di Cgil Toscana a Firenze. “Dai beni alimentari al credito: c’è un’inflazione asimmetrica che colpisce il ceto medio e le famiglie e basso reddito – dice Gianfranco Francese, presidente di Ires Toscana -. Ires Toscana e Cgil Toscana, prima ad aprile e poi a luglio 2022 avevano evidenziato l’effetto asimmetrico di questa inedita tipologia di iperinflazione importata. L’inflazione colpisce quasi tutti i beni di consumo; tuttavia, sono i beni di prima necessità per antonomasia, ovvero bollette dell’energia e generi alimentari a crescere in misura nettamente superiore all’inflazione complessiva. Ciò comporta una inflazione percepita da parte delle famiglie a basso reddito nettamente superiore rispetto alla media. Lo stesso ceto medio vive una situazione di difficoltà, con una perdita di potere d’acquisto tale da presagire un ulteriore veloce declino delle capacità di spesa. Per i redditi medi, la sciagurata scelta della banca Centrale Europea d’innalzare proprio in una congiuntura di questo tipo i tassi d’interesse di riferimento, comporta anche un incremento superiore ai 210 euro del costo del credito per acquisto di immobile prima casa ed un più generale incremento dei costi di accesso al credito”.

Preoccupati i commenti. ll presidente di Ires Gianfranco Francese: “I più colpiti ceto medio e le famiglie e basso reddito”. Dalida Angelini della segretaria generale Cgil Toscana chiosa: “Si rischia una situazione socialmente insostenibile, serve intervenire subito: sabato 8 ottobre saremo a Roma a manifestare, la politica ascolti il lavoro”. Aggiunge Luca D’Onofrio (Federconsumatori Toscana): “Rischiamo l’acuirsi del conflitto sociale”.

Lo studio

Stante un tasso d’inflazione regionale acquisito stimato all’8,7% a settembre, per i circa 1,2 milioni di lavoratori dipendenti della Toscana siamo già di fronte ad una perdita di potere d’acquisto pari a 2,154 miliardi di euro, equivalenti a 1.870 euro medi per un lavoratore dipendente a tempo pieno nella Regione.

Nel dettaglio per macrosettori, l’inflazione determina un crollo del potere d’acquisto pari a 1277 euro per un lavoratore agricolo full-time, tra 1800 e 1900 nelle costruzioni e nei servizi e oltre 2100 euro per le figure a tempo pieno impiegate nel settore dell’industria in senso stretto. In assenza di una inversione di tendenza, è plausibile prevedere un’ulteriore crescita dell’inflazione a fine anno sino al 9,2%. In tal caso, la perdita potenziale di potere d’acquisto per un lavoratore toscano dipendente a tempo pieno potrebbe superare agilmente quota 2.000 euro netti, per una perdita complessiva di potere d’acquisto del lavoro dipendente in Regione pari a 2,347 miliardi di euro. La perdita di potere d’acquisto è in primo luogo determinata dall’incremento senza precedenti del costo dell’energia.

Tra 2022 e 2022, il costo medio annuale delle utenze di luce e gas per una famiglia residente in Toscana è passato da 1340 euro a circa 2900 euro previsti a fine 2022. Si tratta di un incremento dei costi energetici per le famiglie pari al 116 per cento, con un aumento in termini assoluti pari a 1.560 euro. A rendere ancora più difficile il quadro delle famiglie a basso reddito in Regione c’è poi l’incremento, superiore all’inflazione totale, del costo dei generi alimentari, stimata a settembre intorno al 10,5%.

Per una famiglia composta da due adulti e due bambini, con una spesa mensile per generi alimentari pari a 500 euro nel 2021, lo stesso paniere di beni costa 52,5 euro in più a settembre 2022. Infine, un altro elemento di preoccupazione riguarda il settore del credito. La fine della politica monetaria espansiva da parte della Bce, ed il conseguente doppio aumento dei tassi di riferimento a luglio e settembre 2022, rendono molto più difficile e costoso per le famiglie l’accesso al credito prima casa. A fine settembre il tasso medio praticato dalle maggiori 15 banche presenti sul territorio regionale per un mutuo prima casa a 30 anni, con importo richiesto pari ad euro 200 mila e Ltv pari all’80%, risulta essere del 3,60%, contro l’1,51% medio del primo trimestre 2022. In termini monetari, si tratta di un aumento pari a 218 euro della rata media mensile.

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