Daniele Bedini tenta l’evasione dal carcere di Cuneo: ci aveva già provato a La Spezia

Il giovane di Carrara, in cella dopo gli omicidi delle due lucciole e per scontare una pena definitiva, ha riprovato a fuggire

Dopo aver tentato la fuga dal carcere di La Spezia, ed essere stato trasferito a Cuneo, Daniele Bedini, il giovane di Carrara in cella per scontare una pena definitiva e sotto misura cautelare, dopo l’arresto per mano dei carabinieri, sospettato di aver ucciso le due lucciole, Nevila Pjetri e Camilla, al secolo Carlo Bertolotti,  trovate morte a Marinella di Sarzana, ha provato nuovamente ad evadere. 

Questa volta riuscito ad eludere i controlli, è stato fermato mentre stava prendendo un treno per Torino, fermato dai carabinieri. Ancora non chiaro se volesse tornare a casa, a Carrara, oppure cercare di raggiungere la vicina Francia.

Ad accorgersi dell’evasione è stato un agente della Penitenziaria, che ha notato la sua assenza e ha dato subito l’allarme. 

“Solo l’attenta vigilanza della polizia penitenziaria ha scongiurato sul nascere il grave evento critico”.

A dare la notizia è il Sappe, il sindacato autonomo polizia penitenziaria.

“Parliamo di un detenuto che anche a Spezia aveva tentato di evadere e proprio per questo era stato trasferito al carcere di Cuneo. Ottimo intervento della Penitenziaria che ha evidenziato la professionalità ed il senso del dovere con cui espleta il suo servizio – commenta il segretario generale Donato Capece, che torna a sottolineare le criticità delle carceri italiane -. Ancora non è chiara la dinamica, pare fosse al campo e abbia scavalcato la recinzione. Nei 200 penitenziari del Paese l’affollamento nelle celle resta significativamente alto rispetto ai posti letto reali, quelli davvero disponibili, non quelli che teoricamente si potrebbero rendere disponibili. Un problema è la mancanza di lavoro, che fa stare nell’apatia i detenuti. Un altro è l’assenza di provvedimenti concreti verso chi infrange le regole all’interno dei penitenziari. Ma va evidenziato anche che l’organico di polizia penitenziaria è sotto di 7mila unità e che il carcere non può continuare con l’esclusiva concezione custodiale che lo ha caratterizzato fino ad oggi.  E fatelo dire a noi che stiamo tra i detenuti, in prima linea, 24 ore al giorno. Servono con urgenza nuovi provvedimenti per garantire ordine e sicurezza in carcere”.

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