Vaccini a Prato, il sindaco: “La preoccupazione maggiore è per gli under 60”

Matteo Biffoni: "Il sistema di prenotazione va modificato perché inefficace"

Molti i  pratesi costretti a prenotare fuori città: “Sistema da rivedere – dice il sindaco Matteo Biffoni  –  ma la preoccupazione maggiore è per la fascia di età sotto i 60 anni”

È continuo il confronto tra il sindaco Matteo Biffoni e il sistema sanitario cittadino, sia con la direzione dell’ospedale sia con la medicina generale. In giorni in cui sono ancora alti i dati dei contagi e dei decessi, ma soprattutto dei ricoveri, è forte la preoccupazione anche per una campagna vaccinale che prosegue a singhiozzi. Se a Prato entro pochi giorni saranno vaccinati tutti gli ultra ottantenni almeno con una dose Pfizer e per molti è già stato fatta anche la seconda dose, restano incognite sulla quantità di dosi per le altre fasce di età e al momento nessuna prosettiva per chi ha sotto i 60 anni, dopo lo stop dato per i più giovani sia su Astrazeneca sia sul Johnson&Johnson.

“Basta alimentare il caos in una situazione già troppo piena di messaggi contraddittori e di confusione generale: è inaccettabile lanciare messaggi populisti senza leggere in modo corretto i dati sulle vaccinazioni. La Regione e la Asl mi hanno sempre garantito una distribuzione equa in base al numero di abitanti in relazione alla fascia di età e la nota della Asl lo chiarisce: qualsiasi altra impostazione sarebbe ovviamente inaccettabile – spiega il sindaco Matteo Biffoni -. È chiaro che siccome Prato è una città con un’età molto più bassa della media regionale e avendo ad oggi vaccinato soprattutto la classe di età più anziana il rapporto della percentuale di vaccinati sul totale dei residenti è fuorviante”. 

“Concentrarsi su questa polemica che spero chiara, significa non aver presente quali sono i temi veri da affrontare – aggiunge il sindaco -. Sulla campagna vaccinale i problemi sono altri, a partire da un sistema di prenotazione che va modificato perché inefficace: anche ieri si è assistito praticamente a un click day con 15mila vaccini messi a disposizione e prenotazioni per gli over 70 andati via in meno di un’ora. Questo è un sistema che poteva andare bene all’inizio, ma ora non più sostenibile. Adesso comunque non è il momento delle polemiche, ci sarà modo di capire cosa sia successo, quello che però deve avvenire subito è un cambio di passo: più vaccini e un sistema meno farraginoso, magari coinvolgendo la medicina generale con una chiamata diretta dei pazienti da parte del proprio medico di famiglia”.

A preoccupare è l’assenza totale di prospettiva sulla vaccinazione dei più giovani: “A oggi – precisa – nessuno ci sa dire con cosa e quando verranno vaccinate le persone con meno di 60 anni. Praticamente tutti i lavoratori di questa città non sanno quando avranno la dose di vaccino. Questo è il vero problema”

Intanto resta alta l’attenzione anche sul dato dei contagi: “Sul cambio di colore o meno decide il presidente di Regione. Lui ha i dati sui contagi, i ricoveri, le terapie intensive, i vaccini: ha tutti gli elementi per fare la valutazione che ritiene più giusta. L’annuncio di cambio colore il sabato alle 14 ha certamente creato aspettative e un po’ di confusione- chiosa Biffoni –. Personalmente so bene quale sia il valore del lavoro, comprendo perfettamente le richieste delle categorie economiche e sarà nostra cura farsene carico, ma ritengo doveroso ponderare bene ogni decisione davanti a dati che non sono rassicuranti. Quando ci sarà l’allentamento è bene che sia definitivo, con dati che lo consentano, non un’altalena di colori inutile e dannosa per tutti”.

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