Reclutavano immigrati per farli lavorare al nero nelle aziende agricole: tre arresti

Caricati su furgoni e portati nei campi, senza pasti, ferie e riposi

Reclutavano cittadini stranieri, alcuni anche ospiti dei locali Centri di accoglienza tra Firenze e Pistoia, per farli lavorare in nero in aziende agricole della Toscana.

Il Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Prato, coordinati dalla Procura della Repubblica di Pistoia, con il prezioso ausilio dell’Arma territoriale e del personale del Gruppo Tutela lavoro di Roma, ha smantellato l’intera organizzazione.

Tre gli arresti eseguiti all’alba, tutti pakistani di età compresa tra i 20 e i 50 anni, di cui due sono padre e figlio, titolari di due ditte agricole, con permesso di soggiorno in Italia e dimoranti nella provincia di Pistoia, accusati di aver costituito e organizzato un’associazione a delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro, con violazione dei contratti nazionali e delle norme sulla sicurezza del lavoro.

I lavoratori reclutati per lavorare in agricoltura, guadagnavano in media 6 euro all’ora per lavorare tra le 8 e le 10 ore al giorno in aziende agricole tra Prato, Pistoia, Arezzo, Siena e Firenze, in condizioni indegne e particolarmente faticose, con la dotazione di un solo paio di guanti come dispositivo di sicurezza, senza alcuna formazione e senza l’invio alle previste visite mediche, a fronte di un contratto che prevedeva 6 ore giornaliere.

Sono oltre 50 gli stranieri reclutati e sfruttati che sono stati identificati e sentiti, alcuni anche clandestini, che venivano caricati su furgoni e portati nei campi e molti dei lavoratori dovevano anche affrontare ogni giorno un cammino di oltre un’ora tra campi e sentieri per raggiungere i luoghi di lavoro, senza alcun diritto riconosciuto a pasti, ferie retribuite e riposi, affrontando lunghe trasferte a bordo di furgoni sovraffollati condotti dai datori di lavoro. Inoltre agli stessi veniva negata la consegna del contratto e delle buste paga, per lasciarli nell’inconsapevolezza dei loro diritti di lavoratori e delle loro spettanze.

Le indagini, condotte dal Nil di Prato e coordinate dalla Procura di Pistoia, sono scattate oltre un anno fa, quando una pattuglia della Compagnia Carabinieri di Prato, durante un normale controllo, aveva fermato una macchina di braccianti agricoli extracomunitari, tra cui uno degli indagati.

Da ulteriori accertamenti erano poi emerse le condizioni di sfruttamento dei braccianti.

Sono quindi state emesse tre ordinanze di misura cautelare nei confronti dei tre pakistani indagati, oltre al sequestro dei furgoni, dei locali e dei documenti.

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