Grano, gli accordi di filiera “fanno bene due volte”

Salvano gli agricoltori dalle speculazioni e consumatori dal caro-pasta

La pasta toscana si fa con il vero grano toscano. Un chilo di frumento duro su tre raccolto nelle nostre campagne, grazie agli accordi di filiera con pastifici artigianali e l’industria di trasformazione, alimenta la filiera della pasta tricolore. A renderlo noto è Coldiretti Toscana secondo cui gli accordi di filiera oltre a salvare gli agricoltori dalle speculazioni, tutelano anche i consumatori dal caro pasta, il cui prezzo nel giro di un anno è aumentato fino al 50%.

Ed è di oggi la notizia dell’accordo tra Filiera agricola italiana ed il pastificio Chelucci, lo storico marchio pistoiese che dal 1912 produce pasta di qualità nello stabilimento di Piteccio. L’accordo, che si attiverà a partire da settembre con la fornitura, da parte dei produttori di Filiera agricola italiana di 1.500 quintali di grano duro, è stato presentato a Casa Coldiretti, a Firenze, alla presenza del consigliere regionale Marco Niccolai, dell’imprenditore Giuseppe Chelucci, del direttore del Consorzio agrario del Tirreno, Fabio Lombardi, del direttore di Coldiretti regionale, Angelo Corsetti e del direttore di Coldiretti Pistoia, Francesco Ciarrocchi.

“L’accordo tra Filiera agricola italia, che matura nell’ambito del sistema Coldiretti, esalta la nostra capacità di fare rete fra le imprese per restituire equamente i benefici ai produttori di grano, al pastificio e ai consumatori. In Toscana ne sono stati sottoscritti già diversi ed importanti con Barilla, Molitura Umbra, Pastificio Fabianelli e, ora, Pastificio Chelucci – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – Con questi strumenti creiamo le condizioni per stabilizzare la filiera, incentivare il ritorno alla coltivazione del frumento che negli anni si sono ridotte notevolmente e portare prodotti di qualità, sicuri e 100% italiani sulle tavole dei consumatori”.

La Toscana che da decenni “perde” ettari di frumento (il 60% in 20 anni), e di conseguenza produzione e mercato, è tornata a seminare aumentando nel 2021 le superfici a grano duro del 3% e addirittura del 17% per il grano tenero. Un investimento che la mietitura 2022, maturata in un contesto di grave siccità e dall’esplosione dei costi di produzione post conflitto in Ucraina, aveva permesso di raccogliere 1,9 milioni di grano duro e poco più di 900 mila quintali di grano tenero. Una tendenza, quella delle superfici, confermata anche nel 2023 e per altro in controtendenza rispetto al resto d’Italia anche se le prime stime sui raccolti non sono molto positive (-10%/20%).

“È la strada maestra per recuperare produzione e rilanciare la cerealicoltura nella nostra regione – spiega Fabio Lombardi, direttore del Consorzio del Tirreno – L’accordo con Chelucci permette ai produttori di avere un prezzo garantito, che in questi tempi di quotazioni in perenne altalena è manna”.

Giuseppe Chelucci è l’artigiano che con materie prime selezionate, ciclo produttivo lento e creatività ottiene pasta “unica”, per gusto, qualità organolettiche e formati originali, come i Riccioli, i Quasimodi e i Pici Stella. “L’accordo è una garanzia di qualità e sicurezza per i consumatori. – spiega il titolare dello storico pastificio. Elementi che valorizzano e premieranno ancora di più la nostra pasta sul mercato”. Per Marco Niccolai, “questa è la dimostrazione che si può innovare mantenendo saldo il rapporto con il territorio e le nostre tradizioni locali”.

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