Proteste agricoltori sull’A1 e a Grosseto, Confagricoltura Toscana: “La politica li ascolti”

Il presidente Neri: "Dall'unione misure inadeguate e sbagliate”"

“Capiamo le proteste degli agricoltori contro le politiche di settore della Ue. Siamo vicini a loro. La riforma della Pac è inadeguata rispetto alle esigenze di tutela del reddito agricolo ed è troppo complessa sul piano amministrativo. L’agricoltura è un settore strategico per il futuro perché tiene insieme l’aspetto economico e quello di tutela dell’ambiente”.

A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, commentando le proteste di gruppi di agricoltori stamani (30 gennaio) al casello dell’A1 Valdichiana e a Grosseto.

Un tema al centro delle preoccupazioni degli agricoltori toscani è la riduzione dei fitofarmaci. “Bisogna certamente privilegiare le risorse naturali e la biodiversità – dice Neri – e in Toscana di sicuro non manca questa sensibilità. Però al tempo stesso dobbiamo aprire alle innovazioni, se garantiscono buone alternative alle imprese. Dire di no a tutto in modo aprioristico non ha senso”.

Netta invece l’opposizione alla proposta di regolamento in materia di emissioni industriali licenziata da Parlamento e Consiglio europei. “Siamo contrari alla prospettiva di estendere agli allevamenti una normativa che è per il settore industriale – prosegue Neri – La nostra confederazione nazionale lavorerà con il Parlamento e la Commissione europea che entreranno in carica dopo le elezioni di giugno per riaprire il dossier e garantire una maggiore tutela degli allevatori italiani e toscani”.

“Centrale – continua il presidente di Confagricoltura Toscana – anche il tema dell’acqua. Servono incentivi alle imprese per modernizzare la rete, ma anche alcuni interventi normativi come il risarcimento danni e la copertura assicurativa. Bisogna anche qui avere coraggio, innovare, anche attraverso agricoltura di precisione e formazione”.

Sull’agricoltura 4.0, spiega Neri, “bisogna orientarci sempre di più su investimenti verso la transizione digitale ed ecologica, a vantaggio anche delle imprese della nostra regione. È ovvio che poi ci deve essere una particolare attenzione alla natura ma non si deve mai sacrificare l’aspetto produttivo. In Toscana, come in Italia, la parola d’ordine deve essere equilibrio: sostenibilità ambientale ed economica non sono in competizione”.

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