Scambia l’aerosol con la flebo e inietta mix di farmaci alla paziente che si sente male: Asl condannata a risarcire per l’errore dell’infermiera

Stando all'accusa la cura non doveva essere somministrata per via endovenosa

L’infermiera si confonde e le inietta in via endovenosa un cocktail di ben 5 farmaci che dovevano essere assunti dalla paziente tramite aerosol che va in tilt, il Tribunale ha condannato l’Asl Toscana nord ovest al risarcimento dei danni psichici alla donna di origini lucchesi. L’incredibile vicenda risale al 2017 quando la donna, originaria di Lucca, si presenta al pronto soccorso del Versilia per problemi alle vie respiratorie, in un quadro clinico già particolare per via di altre patologie.

Uno degli interventi che dispone il medico che la prende in cura è un aerosol con farmaci ad hoc per liberare le vie respiratorie ma l’infermiera di turno in quel momento commette un errore che poteva costare molto caro alla donna, più di quello che poi è successo effettivamente secondo la ricostruzione processuale. La donna si era sentita subito male e l’infermiera aveva avvisato il medico del grave errore commesso, dopo essersi accorta in ritardo di aver praticato una flebo invece di un aerosol, e si era corso ai ripari evitando il peggio. Durante il processo terminato nei giorni scorsi il Tribunale di Pisa, competente per la residenza della paziente, ha disposto una perizia medico-legale per appurare cosa era successo e quantificare gli eventuali danni.

Da tali e altre verifiche è emersa la responsabilità dell’Asl e il giudice Corinna Beconi al termine del procedimento ha dato ragione alla donna, difesa dall’avvocato Nicola Barsotti, che aveva chiesto oltre 200mila di risarcimento danni, accordandogliene circa 8mila. L’Asl è stata condannata anche a pagare circa 1500 euro di spese di lite. Nel corso del ricovero l’infermiera, sempre secondo i giudici, dunque, aveva erroneamente somministrat oalla donna per via endovenosa una serie di sostanze farmacologiche (Prontinal 1 f – beclometasone dipronato + oxivent 20 gtt – oxitropio bromuto + broncovaleas 12 gtt – salbutamolo) che, invece, dovevano essere somministrate esclusivamente per aerosol. “Tale fatto, peraltro, si consumava nonostante la paziente avesse più volte rappresentato all’infermiera, prima che quest’ultima agisse, di essere certa di non dover più proseguire terapie per fleboclisi. La condotta dell’infermiera provocava all’odierna parte attrice una violenta sintomatologia dolorosa, con tachicardia, ipertensione e stato confusionale, con necessità di trattamento di urgenza nel reparto mediante ossigenoterapia, betabloccanti per controllare l’azione adrenergica del salbutamolo, con necessità di un trattamento intensivo e protrarsi del ricovero per quattro giorni”.

L’erroneità e dannosità del fatto era stata riconosciuta espressamente dal dirigente medico di reparto nella lettera di dimissione ove, per appunto, era riferito “episodio di tachicardia sinusale associata a picco ipertensivo in seguito ad erronea infusione ecv di salbutamolo e oxitropio bromuro in preparazione per aerosol”. Di tale errore vi era peraltro traccia anche nel diario clinico relativo al ricovero, laddove si leggeva che: “Alle 8,30, vengo chiamato dalla infermiera che mi avverte di aver erroneamente somministrato alla paziente per via endovenosa la preparazione per aerosol”, nonché nella cartella infermieristica dove si leggeva “praticato erroneamente prontinal broncovales, oxyvent per ev., avvisati medici immediatamente, contattato telefonicamente il cardiologo e il centro antiveleni”. Da queste risultanze processuali la decisione finale e inevitabile del giudice: “Ciò posto, deve essere affermata la responsabilità contrattuale della struttura sanitaria per inesatto adempimento conseguente a colpa professionale, nella sua declinazione di condotta negligente o imperita tenuta dall’infermiera e consistente nella somministrazione dei farmaci per via endovenosa in difformità dalla prescrizione del curante (aerosol)”. Questi gli esiti del primo grado di giudizio.

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