La Cassazione dà ragione alla difesa di Bossetti

Grazie al contributo del professor Novani potrà avere accesso ai reperti negati

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta della difesa di Massimo Bossetti: potrà, finalmente, avere accesso ai reperti. Annullato, quindi, il “no” alle analisi: potrà farli esaminare dai suoi periti.

Una vittoria merito del professore di procedura penale viareggino Sergio Novani, contro le due ordinanze di inammissibilità che ha “costruito” i ricorsi, insieme agli avvocati, e ottenuto il risultato sperato.

Il caso è orami noto alla stampa: Yara Gambirasio, 13enne,  era scomparsa nel novembre 2010 e fu ritrovata morta nel febbraio del 2011 e Bossetti fu condannato per l’omicidio della ragazzina. 
La Corte di assise di Bergamo in sede di esecuzione, aveva negato alla difesa il diritto di accedere ai reperti confiscati per lo svolgimento di indagini difensive in vista dell’eventuale revisione del processo.

“La Corte Assise – spiegano gli ermellini – dovrà consentire alla difesa di Bossetti la “ricognizione dei reperti, nei limiti già autorizzati in precedenti provvedimenti, stabilendo contestualmente le opportune cautele idonee a garantirne l’integrità. All’esito della ricognizione, se la difesa avanzerà nuova specifica richiesta, la Corte di assise dovrà valutare la concreta possibilità di nuovi accertamenti tecnici e la loro non manifesta inutilità”.

Massimo Bossetti,  muratore di Mapello,  in carcere dal 14 giugno 2014, per le prove del Dna raccolte dopo aver passato al setaccio migliaia di profili genetici, si è sempre dichiarato innocente, contestando la “prova regina” del campione genetico trovato sui leggins di Yara.

Sergio Novani

“Finalmente, dopo tre anni e mezzo (era, infatti, il 27 novembre 2019, quando il giudice dell’esecuzione del tribunale di Bergamo aveva autorizzato la difesa ad analizzare i reperti) la Cassazione ha messo fine a questo imbarazzante teatro dell’assurdo di matrice beckettiana – commenta il professor Novani -. Siamo consapevoli che l’accoglimento dei due ricorsi, uno per l’analisi dei reperti, l’altro per la conservazione,  sia soltanto un primo segnale, un primo passo verso quella destinazione che è il proscioglimento di Massimo. Ma, a differenza di coloro che tentano disperatamente di minimizzare il risultato, il segnale della Cassazione è forte e chiaro ed è quello di chi intende finalmente di ripristinare la giustizia. Presenteremo prossimamente la nostra richiesta di revisione nella speranza che finalmente un uomo innocente possa riabbracciare la libertà che gli è stata ingiustamente negata”.

 

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