Operai sfruttati e aggrediti, lavoravano a cottimo: 4 arresti

Il sindaco Matteo Biffoni ringrazia gli inquirenti per l'indagine sul prontomoda Dreamland

Lavoravano 13 ore al giorni, 7 giorni su  7, con una paga di pochi centesimi, a cottimo, o con un compenso inferiore a 3 euro, gli operai sprovvisti del permesso di soggiorno.

E’ quanto ricostruito dagli inquirenti, e quattro cittadini cinesi sono stati arrestati. 

L’inchiesta dell’Arma ha preso il via dopo una violenta aggressione, vittime alcuni lavoratori cinesi e pakistani che l’11 11 ottobre dello scorso anno avevano manifestato ai cancelli dell’azienda per denunciare, pubblicamente, le condizioni di sfruttamento .

“O lavori come dico io oppure ti dimetti”, era la minaccia.

Una parte dell’inchiesta è stata affidata  ai carabinieri, un’altra alla guardia di finanza che sta procedendo a un sequestro preventivo per equivalente di beni per 120mila euro.

Il sindaco Matteo Biffoni ringrazia la procura della Repubblica di Prato, il gruppo investigativo dei carabinieri, il gruppo antisfruttamento del dipartimento di Prevenzione della Asl Toscana Centro e la guardia di finanza per l’indagine sul prontomoda Dreamland, che ha portato oggi all’arresto di quattro imprenditori cinesi per le gravi condizioni di sfruttamento imposte agli operai: “Non c’è posto a Prato per chi lucra sullo sfruttamento dei lavoratori facendo del lavoro un ricatto – afferma il sindaco – Ancora una volta gli organi investigativi, le forze dell’ordine e le istituzioni del territorio si sono unite secondo le proprie competenze per raggiungere un obiettivo unitario, impedire che nel distretto ci siano soggetti che fanno impresa infrangendo ogni regola civile e senza rispetto per la dignità dei lavoratori”.

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