La ginecologa consiglia la pillola contro un disturbo clinico, la sua dottoressa non le prescrive neppure gli esami

Fa appello alla clausola di coscienza. "Non funziona come inibizione del concepimento ma come sistema abortivo, inoltre è trobofilica"

La ginecologa le consiglia la pillola contro un disturbo clinico, ma il medico di base non gliela prescrive. Succede a Santa Maria a Monte, a una giovane ragazza del Comprensorio, che si è vista negare il farmaco per motivi di coscienza della sua dottoressa. Il suo è però un caso particolare: la pillola, infatti, serve per lenire un disturbo non facile come l’ovaio policistico.

“Dopo una serie di accertamenti – racconta la madre della ragazza, maggiorenne, che con lei si è rivolta alla dottoressa dell’Asl che da tempo segue tutta la famiglia –, si è scoperto che i disturbi di mia figlia sono dovuti all’ovaio policistico. La ginecologa privata che l’ha seguita voleva prescrivere la pillola anticoncezionale perché pare che sia l’unico rimedio adatto per questo problema. Prendere la pillola non è uno scherzo e quindi, prima di decidere che tipo di farmaco prendere e in che dosaggio, la ginecologa mi ha detto di richiedere la prescrizione da parte del mio medico di famiglia di alcune analisi, al fine di escludere anche alcuni fattori di rischio”.

E qui, però, che la ragazza si è sentita dire dalla sua dottoressa che quella prescrizione non sarebbe arrivata “né per la pillola, né per le analisi”. “Si è dichiarata obiettrice per quel farmaco e si è rifiutata di prescriverlo e di fare l’impegnativa anche per le analisi che sarebbero servite eventualmente a prenderlo. Non ha voluto confrontarsi nemmeno con la ginecologa – continuano – alla richiesta su cosa avremmo dovuto fare e ci ha consigliato un integratore”.

Situazione spinosa di scienza e coscienza che ha portato al cambio del medico la ragazza, ma che negli ultimi tempi si è ripresentata altre volte. Le segnalazioni a riguardo sono infatti più di una. La dottoressa in questione è assegnata agli ambulatori di Bientina e Santa Maria a Monte, che interpellata telefonicamente ha ribadito le sue convinzioni. “Nel giuramento di Ippocrate si legge che l’operato del medico è pro vita e non pro morte, né del paziente né dei figli” dice la dottoressa, che motiva la scelta in virtù di motivazioni di coscienza, ma non solo. “La pillola anticoncezionale attualmente in commercio non ha sufficiente dosaggio ormonale per bloccare l’ovulazione – spiega – quindi non funziona come inibizione del concepimento ma come sistema abortivo, in quanto impedisce l’annidamento del bimbo in utero. Un embrione fin dallo stadio di zigote appartiene alla razza umana quindi è un bimbo, solo che, come il neonato, non è ancora autosufficiente.

Inoltre la pillola è trobofilica, quindi aumenta rischio di trombosi, ictus, infarto del miocardio, trombosi venose e tumore alla mammella. E questo anche se gli esami iniziali risultano nei limiti. Ho visto ragazze di 20 anni ricoverate per ictus celebrali da pillola e mie pazienti che hanno rischiato la vita per embolia polmonare, trombosi dei vasi iliaci e via dicendo. Purtroppo le donne che hanno parlato con me erano del tutto ignare e non erano mai state informate sugli effetti della pillola, che purtroppo viene consigliata anche per problemi come irregolarità del ciclo, endometriosi o altro ma si tratta di una cura che interviene solo sulla riduzione del sintomo”. Di qui la scelta di non prescrivere. “La maggioranza delle donne non sa che agisce con meccanismo abortivo – aggiunge –. Ma la verità è che dietro alla pillola c’è un giro di miliardi. Nel giuramento di Ippocrate si parla però di scienza e coscienza”.

“Al di là dei casi particolari – chiarisce il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Pisa Giuseppe Figlini –, l’obiezione di coscienza in senso stretto riguarda la Legge 194 e l’interruzione di gravidanza. In altri casi, come per la prescrizione di un farmaco dal meccanismo abortivo, qualcuno può appellarsi alla cosiddetta clausola di coscienza, ma la questione è da tempo dibattuta e ai limiti del diritto. Questo non dovrebbe però riguardare la somministrazione di informazioni, che sono nel pieno diritto del paziente o le analisi”.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Toscana in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.