Mostro di Firenze, gli 8 omicidi tornano alla ribalta: spunta una pistola. Nuova pista in Maremma

I bossoli, dopo aver fatto sparare le armi, saranno  comparati con quelli degli omicidi

Ritorna agli onori della cronaca la vicenda del mostro di Firenze, con gli omicidi di coppiette avvenuti nelle campagne tra il 1968 e il 1985.

Dopo il ritrovamento di una pistola, una Beretta calibro 22, in un casolare della Maremma, a Manciano, la procura di Firenze, attraverso il pm Luca Turco, ha predisposto controlli balistici. 

L’arma usata per gli otto, duplici, delitti, prodotta negli anni ’50, non fu mai ritrovata.
La canna della Beretta è stata ritrovata dal figlio di una nobildonna fiorentina, morta, che ha presentato denuncia al commissariato di San Giovanni, dove presta ora servizio Andrea Giannini, membro, all’epoca, del team costituito in orocura per indagare nell’ultimo filone, quello che ha visto archiviare la posizione dell’ex legionario di Prato, Giampiero Vigilanti, e del medico Francesco Caccamo. Custodita, quindi, a molti chilometri di distanza dalla pistola, denunciata in provincia di Grosseto, e mai analizzata durante l’indagine. Il proprietario – come scrive l’agenzia di stampa Adnkronos – aveva un profilo quanto meno meritevole d’attenzione: era nato nel 1927 a Perugia ed era capitano medico dell’esercito, risultato possessore anche di un’altra calibro 22, spuntata anch’essa dalla casa fiorentina assieme a munizioni ‘Fiocchi’.

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