Qatar fra pallone e corruzione internazionale. Il calcio è cambiato: l’Arabia vuole il mondiale 2030, torneo iridato per club a 32 squadre

La vigilia delle finali è il giorno di Gianni Infantino: "La gente vuole rilassarsi per 90 minuti, senza pensare ad altro. È stato il campionato più bello di sembre". C'è Marocco - Croazia per il terzo posto

Il mondiale in Qatar si appresta a chiudere i battenti con le ultime due giornate di gare, quelle delle finali.

Ormai dici Qatar e non puoi che pensare alla maxi inchiesta sulla corruzione che ha investito l’Unione europea. E ha ragione Pippo Russo, sociologo e giornalista, a dire che non esistono due Qatar: la nazione che ha organizzato il mondiale 2022, insomma, è la stessa che ha corrotto o tentato di corrompere politici europei perché chiudessero un occhio sulle condizioni dei lavoratorio qatarioti e sulle politiche intorno ai diritti nel paese del Medio Oriente.

Motivo per cui suonano un po’ stonate le ultime parole del presidente Fifa Gianni Infantino, non alieno a espressioni di questo tipo in queste settimane: “Ci sono culture diverse, modi diversi di vedere le cose. Come Fifa dobbiamo prenderci cura di tutti. Non discriminiamo nessuno in base ai valori e ai sentimenti che ha. Si tratta solo di rispettare i regolamenti. Nel campo di gioco si gioca a calcio. Ed è quello che abbiamo fatto… Quando si tratta del campo, devi rispettare il calcio, devi rispettare il campo di gioco…”. Per il presidente della Fifa ricorda che “i regolamenti sono lì per proteggere 211 squadre di calcio e i loro tifosi, che vogliono venire e godersi il calcio. E onestamente credo che stiamo difendendo i valori, stiamo difendendo i diritti umani, stiamo difendendo i diritti di tutti. Ma credo anche che quei tifosi che vengono allo stadio, e a miliardi guardano i mondiali in tv, hanno i loro problemi. Vogliono solo passare 90 minuti, o 120 minuti, o 120 minuti con i rigori, senza dover pensare ad altro che godersi un momento di piacere, gioia ed emozione. Ecco cosa dobbiamo fare: dobbiamo dare loro un momento della loro vita in cui possono dimenticare i loro problemi e godersi il calcio. Al di fuori della partita ognuno può esprimere le proprie opinioni come vuole, ma diamoci questo momento di gioia per goderci la partita”.

La stessa politica per cui la Fifa non ha accolto la richiesta del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, di trasmettere un messaggio di pace prima dell’inizio della finale dei mondiali in Qatar tra Argentina e Francia come riferisce la Cnn che cita fonti di Kiev. I collaboratori di Zelensky avevano proposto che il leader ucraino potesse comunicare con i tifosi allo stadio Lusail di Doha, non è chiaro se con un video preregistrato o in collegamento diretto. Le stesse fonti hanno spiegato che la Fifa non ha risposto alla richiesta ma a questo punto appare difficile che possa accoglierla, visto che tra l’altro il presidente, Gianni Infantino, ha ribadito appunto la volontà di non mescolare il mondiale con la politica. La Fifa, come l’Uefa, ha sospeso le squadre russe, club e nazionali, da tutte le loro competizioni.

Oggi è stato il giorno degli annunci per Infantino: “Grazie a tutti quelli che sono stati coinvolti, al Qatar e a tutti i volontari per aver reso questa la miglior Coppa del Mondo di sempre, è stato un successo incredibile su tutti i fronti”. Il presidente ha espresso “l’unanime apprezzamento del Consiglio Fifa per questo mondiale e per il potere coesivo unico che ha dimostrato”. Infantino ha lodato il comportamento dei tifosi e “l’atmosfera gioiosa” del torneo, le “partite incredibilmente competitive con qualche sorpresa e alcuni grandi gol”, “la correttezza in campo, senza simulazioni e con poche ammonizioni ed espulsioni”. Il numero uno della Fifa si è congratulato con il Marocco che ha giocato “incredibilmente bene ed è arrivato in semifinale frutto di una lunga preparazione” e con tutto il calcio africano (“è arrivato il suo momento”).

Un viatico anche per una nuova edizione dei mondiali in Asia. L’Arabia Saudita, infatti, vuole ospitare le Olimpiadi e i Mondiali di calcio nello stesso decennio. Lo ha confermato al Telegraph il ministro dello sport saudita, il principe Abdulaziz Bin Turki Al Faisal, parlando di progetti “incredibilmente ambiziosi”. L’offerta per la Coppa del Mondo di calcio del 2030 in un ticket con Egitto e Grecia è già sul tavolo, tanto che la Fifa la considera come “favorita”. Inoltre sono già in fase avanzata i colloqui per un potenziale testa a testa con il Qatar per ottenere le Olimpiadi del 2036. Il ministro dello sport dice che l’Arabia Saudita è attrezzata per ospitare entrambi gli eventi a sei anni l’uno dall’altro: “Abbiamo visto tutti cosa ha significato per l’intero mondo arabo il mondiale a Doha nelle ultime settimane”.

Il Qatar ha speso più di 200 miliardi di dollari per portare la Coppa del Mondo in Medio Oriente. L’Arabia Saudita ha intenzione di andare oltre, con un’operazione di sport-washing senza precedenti. All’inizio di questo mese, l’Arabia Saudita ha lanciato un’offerta per ospitare la Women’s Asian Cup 2026. E hanno ottenuto i Giochi asiatici invernali nel 2029, e i Giochi asiatici del 2034. Per non parlare degli eventi spot, come i gran premi di F1, gli incontri di boxe e i tornei di esibizione di tennis.

Intanto si muove anche il calcio dei club. Dal 2025 il mondiale di calcio per club sarà infatti allargato a 32 squadre e diventerà un appuntamento regolare come la Coppa del mondo: lo ha annunciato il presidente della Fifa, Gianni Infantino, nella conferenza stampa finale sui mondiali. Dai mondiali del 2026, inoltre, le nazionali partecipanti saranno 48 invece delle 32 che si sono affrontate in Qatar. Resta da capire se ci saranno 12 gironi da 4 nazionali o 16 con tre nazionali ciascuno. Le ultime edizioni del mondiale per club con l’attuale formato a sette squadre (i vincitori della Champions League delle sei confederazioni dell’organo di governo Fifa, più una squadra della nazione ospitante) si terranno nel febbraio 2023 in Marocco e nel 2024 negli Emirati arabi. Il nuovo mondiale per club allargato a 32 squadre si dovrebbe tenere ogni quattro anni e ci satà da capire dove saranno giocati, ma soprattutto quando e in che periodo dell’anno visto il calendario
già fitto d’impegni e la contrarietà già espressa dai maggiori campionati europei. Per decidere le partecipanti si potrebbe tener conto del ranking e dei successi ottenuti nei vari tornei continentali. Una Coppa del Mondo per club riformata con 24 squadre doveva originariamente debuttare nel 2021 in Cina, ma è stata posticipata per consentire lo svolgimento degli Europei 2020 e della Coppa America dopo un rinvio di un anno a causa della pandemia.

Notizie che nella giornata hanno fatto passare in secondo piano l’attesa per le partite: la ‘finalina’ fra Marocco e Croazia, in programma domani (17 dicembre) alle 16 e la finalissima fra Argentina e Francia.
Ad arbitrare la finalissima c’è un polacco. Il fischietto di 41 anni Szymon Marciniak ha raccontato di aver deciso di diventare arbitro dopo… un’espulsione. “All’epoca giocavo col Wisla Plock, la squadra della mia città, e dopo il rosso ho parlato con l’arbitro che mi ha detto: ‘se pensi che il mio lavoro sia facile, va e prova. Vedrai’. E mi sono detto: perché no? Ho immediatamente iniziato il corso e ho cominciato ad arbitrare. Se non fosse stato per quel rosso forse non sarei mai diventato un arbitro”.

C’è grande attesa per la sfida a distanza fra Mbappè e Messi, ma anche per tutte le sfide in difesa e a centrocampo. In molti, nelle fila francesi, cercano il bis rispetto a quattro anni fa, gli argentini cercano la rivincita dopo il ko in finale con la Germania in Brasile.

L’allarme è tutto in casa Francia ad appena 48 ore dalla finale del Mondiale in Qatar contro l’Argentina. Secondo quanto riporta L’Equipe, a due giorni dal match contro la nazionale albiceleste, Raphael Varane e Ibrahima Konaté, titolari in difesa nella semifinale contro il Marocco, sono ammalati. Il difensore del Manchester United presenta sintomi leggeri, più pronunciati invece quelli del centrale del Liverpool. Una situazione in continua evoluzione, che viene costantemente monitorata dallo staff medico dei Bleus. Sono già cinque i casi di sospetta influenza nel ritiro transalpino da inizio settimana. Adrien Rabiot e Dayot Upamecano erano stati costretti a saltare la semifinale di mercoledì con il Marocco, mentre il giorno seguente era stato posto in isolamento Kingsley Coman. La Federcalcio francese (Fff) aveva emesso una nota nella serata di giovedì in cui rassicurava sullo stato di salute del giocatore del Bayern: “Si tratta di una piccola sindrome virale, non c’è particolare inquietudine riguardo alla finale di domenica”.

Per chiudere la notizia di un altro addio alla nazionale dopo l’eliminazione dai mondiali. Quella contro il Marocco in Qatar resterà l’ultima partita di Sergio Busquets con la Spagna. È stato lo stesso 34enne centrocampista ad annunciare via social la decisione di mettere fine al suo cammino con le Furie Rosse. “Vorrei annunciare che dopo quasi 15 anni e 143 partite, è giunto il momento di dire addio alla nazionale – ha scritto il giocatore del Barcellona – Vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo lungo viaggio. Da Vicente del Bosque che mi ha dato l’opportunità di iniziare, a Luis Enrique che mi ha fatto divertire fino all’ultimo secondo. Voglio anche ringraziare Julen Lopetegui, Fernando Hierro e Robert Moreno per la loro fiducia, così come tutto il loro staff”. Ultimo sopravvissuto della squadra campione del mondo nel 2010, Sergio Busquets ha fatto parte anche della Spagna che ha vinto gli europei nel 2012. “È stato un onore rappresentare il mio paese e portarlo ai massimi livelli, essere campione mondiale ed europeo, essere capitano e disputare tante partite, con più o meno successo ma sempre dando tutto”, ha aggiunto Busquets, terzo giocatore di sempre per presenze nella Spagna dietro solo Sergio Ramos (180) e Iker Casillas (167).

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