“Il Comprensorio è il biglietto da visita della Toscana produttiva nel mondo”, Giani a PoTeCo firma l’accordo per il potenziamento






Giani da Santa Croce: “E’ il nostro biglietto da visita”. La sindaca Deidda: “Oggi siamo più tranquilli per il futuro”
Un progetto di ampliamento e potenziamento del Polo Tecnologico Conciario da circa tre milioni di euro, di cui la metà, un milione e 600mila, arrivano dalla regione Toscana grazie all’accordo firmato oggi (15 gennaio) tra il presidente Eugenio Giani e la sindaca di Santa Croce sull’Arno Giulia Deidda, presidente del consorzio dei sei comuni del comprensorio del cuoio.
Ampliamento della struttura, con nuovi spazi e strumenti dedicati alla ricerca, ma anche potenziamento dei laboratori e della formazione: si muove su tre piani il maxi-investimento portato avanti da pubblico e privato per il distretto del cuoio. Stamattina a firmare l’accordo c’erano anche i sindaci dei sei comuni Fucecchio, San Miniato, Santa Maria a Monte, Castelfranco di Sotto e Montopoli in Valdarno, insieme agli assessori regionali, Leonardo Marras e Alessandra Nardini, al consigliere regionale Andrea Pieroni e al presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo. Poi i rappresentanti dei privati che hanno coperto la parte restante per arrivare a tre milioni: Maila Famiglietti presidente dell’Associazione conciatori e Michele Matteoli del Consorzio conciatori.
“PoTeCo è l’espressione del buon rapporto tra la Regione, i comuni e le imprese – ha detto Giani -. In questo periodo per potenziare la sanità abbiamo dovuto tagliare molto, ma su questo tema non abbiamo voluto togliere nulla, anzi abbiamo investito. Il comprensorio è il biglietto da visita della Toscana produttiva nel mondo”. Un elogio alle imprese e alla parte politiche che nei decenni hanno costruito “un’economia circolare” che recentemente ha attirato anche l’attenzione dell’assessore regionale Monia Monni.
“Un accordo che guarda al futuro” secondo Deidda, che ha guidato in questi anni il consorzio dei sei comuni ha già nei primi anni duemila decisero di cercare le risorse per far nascere PoTeCo. Da quegli spazi piccoli inaugurati nel 2002 a Castelfranco, il Polo di strada ne ha fatta. “Allora – ha ricordato Deidda – PoTeCo aveva 5 dipendenti, oggi ha un immobile nuovo, 15 dipendenti e un fatturato da oltre un milione l’anno”. Sono questi i numeri che hanno convinto gli investitori, sia privati che pubblici, a scommettere ulteriormente. “Questo distretto è un’eccellenza e durerà ancora tanto tempo – ne è convinta Deidda, che ricostruisce le fasi prima della firma di oggi -. Abbiamo firmato prima un protocollo di intesa a marzo 2020, poi la regione ci ha sollecitato per chiudere l’accordo: l’80 percento di risorse arriverà entro il 31 gennaio. Un ringraziamento lo merita la parte privata, che manda avanti questa struttura senza pesare sulle casse pubbliche”.
Così l’ampliamento riguarderà, oltre alla creazione di nuovi spazi per la ricerca, anche la copertura dell’ampia terrazza al primo piano, dove saranno collocati i laboratori che oggi si trovano al piano terra, dove invece ci saranno le aule per la formazione. Una rivoluzione strutturale e organizzativa di tutto il Polo tecnologico. Ricerca, formazione e laboratori, queste le parole chiave.
“L’obiettivo è anche quello di offrire una formazione in ambienti separati dalla parte produttiva – ha spiegato il direttore Domenico Castiello -. Oltre al potenziamento dei laboratori ci saranno nuovi strumenti per la ricerca che ci accredita nei confronti delle università. Via preferenziale, quindi, per i ragazzi che fanno formazione da noi. Fortunatamente siamo cresciuti e siamo indipendenti dai finanziamenti pubblici. Non aspettiamo la manna dal cielo”.
Ottimisti i rappresentanti dei conciatori, Maila Famiglietti e Michele Matteoli, anche se riconoscono le nette perdite del 2020 dovute alla pandemia. “Il 2020 è stato un anno negativo per il settore moda – ha detto Famiglietti -. Un settore molto colpito dalla pandemi a perché i beni secondari hanno avuto una domanda inferiore. Registriamo ovviamente un calo di fatturato e di lavoro, ma da imprenditori cerchiamo sempre di vedere spiragli di positività. Già adesso con i vaccini e la ripresa dei mercati orientali si intravede una spinta positiva”. Sulla stessa linea Matteoli, secondo cui “ci sarà una reazione, anche nei consumi, quando torneremo a vivere”.