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In un libro 112 “Ricette ignorantissime”, per chi non guarda alla dieta

Dall'insalata di trippa alla zuppa di trippa e zampa ogni pietanza è valutata dal numero di teste di cinghiale

Chi lo ha detto che i libri di cucina devono parlare soltanto di equilibrio, salute e benessere? Oppure di low carb, poca carne rossa, equilibrio degli ingredienti e, per carità, niente burro, grassi e affini?

Nel solco della tradizione e anche con un po’ di provocazione arrivano in libreria le Ricette ignorantissime di Andrea Gamannossi e Antonio Pagliai. Si tratta di 112 pietanze toscane “per fare impallidire salutisti e radical chic”. Già elencando in nomi dei cibi si capisce molto del titolo: insalata di trippa alla cipolla, penne al sugo di salsicce e cipolla, zuppa di trippa e zampa, cotenne di maiale ripiene di carne e salsicce, rigaglie di pollo in fricassea, testicoli di cinghiale all’uso del cacciatore e tanti, tanti altri.

In 160 pagine Gamannossi e Pagliai (edizioni Carlo Zella, 16 euro) fanno il bis dopo Ricette ignoranti, che è uscito due anni fa e ha raggiunto le tremila copie -I due autori – l’uno scrittore di thriller e gastronomo, l’altro editore di professione ma buongustaio per passione – rincarano la dose.

“A meno di non essere a dieta, o tifare per quella cucina un po’ anemica che va tanto di moda – si legge nella presentazione – non c’è da spaventarsi: sono tutte pietanze espressione di una profonda e antica cultura, cibo che i nostri avi hanno sperimentato e ci hanno tramandato”.

Il libro è come sempre arricchito da indici e da una spassosa introduzione, le ricette sono suddivise per portata e connotate da un punteggio d’ignoranza (da una a sei teste di cinghiale). È inoltre indicata la provincia di provenienza, tenendo conto che alcuni piatti sono esclusivi di una città e dei suoi dintorni, mentre altri attraversano la regione e spesso ne oltrepassano i confini, magari in diverse varianti.

Il libro è dedicato “a chi ha fiducia nel proprio stomaco e si sente pronto per questa intrigante avventura culinaria, non resta che leggere le ricette e mettersi ai fornelli, per non rischiare di incorrere in qualche surrogato da ristorante”.

Quindi non resta che augurare a tutti buon appetito e soprattutto una “buona digestione”.

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