Epatite acuta pediatrica, FdI: “Quali misure ha messo in atto la Regione?”

Lo chiedono i consiglieri Torselli, Petrucci e Fantozzi

“Quali sono le misure messe in atto dalla Regione in merito agli adempimenti precauzionali previsti dalla circolare del direttore generale Prevenzione Sanitaria del Ministero che evidenziano la necessità di non sottovalutare nessun potenziale caso di epatite acuta pediatrica di origine sconosciuta? La Regione dispone di protocolli specifici che prevedano la gestione di casi particolari riguardo alla diffusione di agenti patogeni e virali sconosciuti? Sono state predisposte misure ad hoc per contribuire ad accelerare le indagini di laboratorio necessarie ad identificare le cause di questa grave forma virale di epatite infantile? Vogliamo un aggiornamento dettagliato sulla situazione epidemiologica dei casi accertati, sull’attuale valutazione del rischio, sulle azioni intraprese a livello nazionale dal Ministero della Salute. Così come sarebbe opportuno informare costantemente il Consiglio regionale, anche tramite la Commissione Sanità”.

Lo chiedono con una interrogazione  i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi, primo firmatario dell’atto, Diego Petrucci, componente della Commissione Sanità, ed il capogruppo Francesco Torselli, il vice-capogruppo Vittorio Fantozzi, ed il consigliere Gabriele Veneri.

“L’allarme, in Toscana, è scattato dopo il caso del bambino ricoverato, per una grave forma di epatite di origine sconosciuta, all’Ospedale Santo Stefano di Prato, poi trasportato d’urgenza al Meyer di Firenze, centro di riferimento regionale per l’epatologia, e vista la gravità dello stato di salute, trasferito al Bambin Gesù di Roma. La precoce diagnosi effettuata a Prato ha permesso un intervento tempestivo e scongiurato l’aggravarsi delle condizioni di salute del piccolo. Il Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie ha lanciato, già a fine marzo, un’allerta alla comunità scientifica mondiale per monitorare il diffondersi dei casi e indagarne le cause, dopo le varie segnalazioni in Europa e nel mondo. In Italia ad oggi sono stati segnalati 11 casi. Alla luce di tutto ciò, è fondamentale dare massima diffusione delle informazioni con i pediatri di libera scelta, i medici di medicina generale, e le strutture di assistenza ospedaliera e territoriale in modo da sensibilizzare i medici su ogni potenziale caso sospetto” sottolineano i consiglieri regionali di Fdi.