Giornata contro la violenza sulle donne, Zucconi: “È emergenza sociale”

Il deputato di Fratelli d'Italia: "È necessario dunque intervenire quanto prima"

“Sono 108 le donne barbaramente uccise in Italia da inizio anno, una ogni 72 ore. L’ultima è Juana Cecilia Hazana Loayza, accoltellata in un parco pubblico a Reggio Emilia, la quarta in meno di una settimana solo in Emilia Romagna. È questo il triste bilancio che da inizio anno ha visto perdere la vita a mogli, madri, lavoratrici, donne fiere del loro essere donna e colpevoli – secondo i loro aguzzini – di voler interrompere una relazione o semplicemente essere libere di fare la propria vita”.

Queste le parole di Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo FdI in Commissione Attività produttive, commercio e turismo alle porte del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

“Per farsi un’idea ancor più precisa – prosegue Zucconi – nella sola Regione Toscana, dal 2006 al 2020 sono stati 121 i femminicidi con 41 i minori rimasti orfani per questi fatti di sangue. Un recente report della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio istituita in Senato nel 2017, evidenzia come il 57,4 per cento delle aggressioni provenga dal partner e il 12,7 per cento dall’ex, mentre solo una donna su sette aveva in precedenza denunciato il proprio assassino, che generalmente vive fra le mura domestiche. Inoltre, con la crisi dovuta alla pandemia, sono aumentati i casi di violenza domestica, sia fisica che psicologica, ai danni di donne o madri in balia dei loro compagni, spesso ancor più aggressivi a causa dello stress causato dal virus, dalla perdita di lavoro o semplicemente da una situazione claustrofobica dentro casa”.

“Si dice sempre che la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, fissata simbolicamente il 25 novembre dalle Nazioni Unite per parlare, informare e sensibilizzare su un problema così grave, dovrebbe in realtà essere ricordata tutti i giorni dell’anno – continua Zucconi – Oggi, di fronte a quella che può essere definita una vera e propria emergenza sociale, occorre fare molto di più: penso all’educazione nelle scuole, al ruolo fondamentale della famiglia e delle istituzioni, ad una parità di genere reale e tangibile nel mondo economico e del lavoro. Perché non dimentichiamo che dietro alla violenza fisica si cela spesso una dipendenza economica, che ostacola ogni possibile via di fuga per le vittime, legandole ancora di più in modo indissolubile a chi le costringe quotidianamente a subire violenze”.

E’ necessario dunque intervenire quanto prima – conlcude –  cambiando la mentalità, soprattutto maschile, e stravolgendo i vecchi preconcetti iniziando dalle basi, dall’educazione nelle scuole e dal ruolo fondamentale della famiglia; realizzando un’educazione sentimentale e sessuale che porti il maschio all’accettazione dell’altro come libertà e non come oggetto. Se non ci muoviamo subito, per qualcuna di loro potrebbe essere davvero troppo tardi: non abbassiamo la testa, combattiamo ogni giorno per la sicurezza, la difesa e la salvaguardia di tutte le donne del mondo”.

 

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