Afghanistan, Aidda scrive alla ministra Bonetti: “Disponibili ad avviare attività di inserimento professionale per donne profughe”

La presidente Giachetti: "L’Italia non rimanga nell’immobilismo"

“Voglio comunicarle la nostra completa disponibilità nei confronti del suo ministero per ogni eventuale attività di supporto nella formazione professionale, nell’inserimento nel mondo del lavoro e nel sostegno alla frequentazione di corsi di lingua e di cultura italiana a favore di donne e ragazze afghane che arriveranno attraverso i corridoi umanitari”. Scrive così nella lettera indirizzata alla ministra per le pari opportunità e per la famiglia Elena Bonetti, la presidente di Aidda (Associazione imprenditrici donne dirigenti di azienda), Antonella Giachetti. 

Dichiara la presidente di Aidda: “Quando negli anni ’90 i talebani eressero il loro regime in Afghanistan, una delle prime conseguenze fu la repressione indiscussa dei diritti femminili. Oggi il paese deve di nuovo far fronte a questa drammatica prospettiva. Le donne rischiano di diventare, ancora, la prima vittima di un atto di potere. Stiamo assistendo a un intero sistema di valori minacciato: l’accesso a spazi pubblici, scuole e lavori che potrebbe essere presto limitato o persino negato. L’oscurantismo che sta per abbattersi sul popolo afghano deve rappresentare un dramma per tutti gli stati civili”.

“Siamo convinte che attraverso il suo ministero – continua Giachetti nella lettera – lei potrà agire al meglio affinché l’Italia non rimanga nell’immobilismo, ma anzi si attivi per creare le condizioni per corridoi umanitari per salvare donne e bambini. Siamo convinte anche che, con attività di formazione e inserimento lavorativo, oltre che aiutare la crescita e la formazione di queste donne e ragazze, si possa agevolare la formazione di una cultura che dall’esterno del paese possa aiutare chi rimasto in Afghanistan voglia costruire una società diversa”.

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