Vaccini, respinta la mozione di sfiducia all’assessore Simone Bezzini

Maggioranza e opposizione al voto compatte nelle rispettive posizioni. Sotto accusa la gestione delle somministrazioni e la mancata 'difesa' di fragili e over 80

Un lungo dibattito in cui si è analizzato tutto quanto ruotava intorno alle vaccinazioni. Il consiglio regionale di oggi ha ‘messo in croce’ l’assessore Bezzini e le scelte politiche della Regione Toscana sulle somministrazioni.

La mozione per esprimere “il proprio non gradimento nei confronti dell’assessore al Diritto alla salute e sanità, Simone Bezzini, dimostratosi  “inadeguato al ruolo in questo momento storico” è stata respinta a maggioranza. L’atto, presentato dal gruppo della Lega con prima firmataria la capogruppo Elisa Montemagni, ha visto i 25 voti contrari della maggioranza (Pd, Italia Viva) e i 16 voti favorevoli di tutte le forze di opposizione (Lega, Fratelli d’Italia, Movimento 5 stelle e Forza Italia).

Elisa Montemagni (Lega)

Il dibattito ha preso il via con l’intervento di Elisa Montemagni (Lega). “Abbiamo perso del tempo prezioso nel vaccinare le categorie più esposte e fragili, quelle degli over 80 e degli estremamente vulnerabili. Un ritardo che non riusciremo mai a smaltire. Se adesso c’è stata un’accelerazione è dovuta solo alle proteste dell’opposizione – ha detto la consigliera – Siamo noi ad aver chiesto questa seduta di Consiglio, ed è bene sottolinearlo”.

Montemagni ha proseguito facendo la cronistoria delle fasi della vaccinazione in Toscana. Il 15 febbraio, ha ricordato, sono iniziate le inoculazioni agli over 80, che sono 320 mila. “Bezzini in Consiglio disse che si sarebbero potuti vaccinare 72mila anziani a settimana. I medici di medicina generale che hanno aderito alla campagna sono 2500, più di quelli ipotizzati dall’assessore”. Ma al 25 marzo gli over 80 toscani vaccinati con la prima dose erano il 29,8%, quelli con la seconda il 6,1%. “Cioè in fondo alla classifica delle regioni, visto che in Italia i vaccinati con la prima dose erano il 47,8 per cento e con la seconda il 20,8”, ha spiegato la consigliera. “Al 6 aprile gli anziani che hanno ricevuto la seconda dose sono 72mila, quelli vaccinati con la prima 230 mila – ha aggiunto -. Meno della soglia minima che lo stesso assessore aveva posto. Nel frattempo la gente ha continuato a morire, le terapie intensive e gli ospedali sono oberati”.

A questo, secondo Montemagni, si aggiunge la questione del vaccino Moderna, somministrato alle categorie vulnerabili. “Il 24 marzo il portale ha aperto alle prenotazioni ed è stato il caos. Oltretutto risulta che prima di marzo le dosi Moderna non siano state date a questa categoria. E allora, domando, a chi sono state date? E chi è compreso nella categoria ‘altro’ a cui risultano somministrati molti vaccini? Spero che ci venga data una risposta e che non ci sia nulla da nascondere”.  “C’è stata una volontà politica, nella scelta di queste somministrazioni – ha concluso la consigliera –, che non dipende dal consiglio regionale ma da chi gestisce la macchina. L’assessore alla sanità non può fare lo scaricabarile e deve assumersi le sue responsabilità. Noi chiediamo di poter partecipare alle decisioni per dare il nostro contributo”.

Andrea Ulmi (Lega)

Andrea Ulmi (Lega) ha ribadito la necessità di costituire una commissione speciale che faccia chiarezza su quanto è successo in Toscana con i vaccini anti-Covid. “La Regione Toscana ha sbagliato – ha commentato – perché ha fatto la scelta di contenere l’infezione senza intercettare quello che l’infezione poteva portare, cioè terapia intensiva e morte. Bisognava tutelare chi era più a rischio, gli anziani e chi presenta co-morbilità; la scelta di vaccinare per categorie piuttosto che per rischio clinico viene adesso pagata in termini di morti, di terapie intensive intasate, di ospedali al collasso”. Ulmi ha ricordato che di 280 mila dosi di Pifzer arrivate a inizio anno, 56200 sono andate al personale sanitario pubblico e privato, 18 mila ai ricoverati nelle Rsa. “Chi sono – ha domandato – i restanti 65.800? Non gli ultra ottantenni dei 320mila toscani, bensì il personale non sanitario delle strutture sanitarie, amministrativi, veterinari, psicologi, e il personale in appalti sanitari, magazzinieri, elettricisti, perfino giardinieri”.

L’11 febbraio è arrivato il vaccino AstraZeneca che, fino all’8 marzo è considerato destinato agli under 55, dall’8 marzo per tutti. “Ma invece di concentrarsi sugli over 80 mancanti e sui 70-80 fragili – ha detto il consigliere – vengono vaccinati insegnanti, docenti universitari, bidelli, impiegati, maestri di sci, maestri di danza, avvocati, magistrati e cancellieri”. “Noi vogliamo essere parte attiva in una necessaria correzione di rotta – ha concluso – e per questo chiediamo una commissione speciale. Anche la scelta di affidare il vaccino Pfizer, il meno trattabile di tutti per la catena del freddo e il più difficile da gestire, ai medici di famiglia non è stata pagante. Se fosse stato dato loro AstraZeneca i medici toscani avrebbero ripetuto la straordinaria performance registrata nella vaccinazione contro l’influenza in autunno”.

Silvia Noferi (M5S)

“L’assessore non può continuare a ripetere che la situazione è complessa e che è servito tempo per mettere in piedi la macchina per le vaccinazioni” ha detto Silvia Noferi (M5S). “È più di un anno che c’è una pandemia, il governo toscano si doveva preparare prima, e invece ha passato mesi a fare campagna elettorale”. “Non c’era un piano vaccinale, tutto è stato improvvisato all’ultimo minuto – ha commentato ancora la consigliera – La verità è che il Pd negli anni ha smantellato il sistema sanitario pubblico toscano e ora ne stiamo pagando le conseguenze”. “Sono state effettuate scelte incomprensibili – ha proseguito – Vogliamo sapere chi ha deciso di vaccinare prima gli avvocati delle cassiere dei supermercati o dei volontari delle Misericordie, e prima o poi dovrete dircelo”.

Noferi ha infine criticato anche l’andamento della vaccinazione delle categorie più vulnerabili: “Il sito è ancora bloccato, nessuno è stato convocato e anche negli ospedali, ho chiamato oncologia a Careggi, nessuno sa niente”. “Non si è capito nemmeno come funzionano le liste di riserva. Se ci fossero stati meno furbi – ha concluso – oggi forse la Toscana non sarebbe in zona rossa a subire le drammatiche conseguenze economiche. Sono stati fatti errori imperdonabili”.

Enrico Sostegni (Pd)

Enrico Sostegni (Pd) ha giudicato “fondamentale il richiamo a tenere insieme tutti i soggetti che hanno una responsabilità nel gestire questa difficile situazione. Per questo la mozione di sfiducia presentata in consiglio regionale è fuori contesto”. Sostegni ha criticato la rincorsa alle classifiche. “Il ritardo sulle percentuali di vaccinazioni degli ultraottantenni – ha spiegato – si traduce di fatto in 50 mila dosi, e ricordo che la Toscana in una settimana ha fatto 80 mila vaccini. Siamo però primi per le vaccinazioni degli over 90 e primi, con il Veneto, per i 70-79 anni”. “Il problema è che l’Italia, non la Toscana, è indietro con la vaccinazione. Così come il resto d’Europa. Occorre dunque una riflessione seria sul fatto che le strategie europee non hanno pagato. Molte aziende con cui erano stati prenotati vaccini non li hanno consegnati, o come AstraZeneca, ne hanno consegnati solo una parte. Gli acquisti di Moderna e Pfizer erano residuali, tanto che l’Europa ha dovuto stipulare altri contratti in corsa”. “Questo è il vero vulnus – ha detto ancora il consigliere -. Per correggerlo c’erano due leve: utilizzare AstraZeneca per tutti, anche per gli anziani e i fragili, e scegliere di inoculare una prima dose a tutti senza calcolare il richiamo. Ma non erano scelte che erano in mano ai governi regionali. Il resto è becera polemica politica che crea ulteriore confusione”. Secondo Sostegni “la macchina delle vaccinazioni in Toscana funziona, eccetto per qualche problema di comunicazione, e anche la scelta di coinvolgere i medici di medicina generale va rivendicata: l’accelerazione vista nelle ultime settimane era già nei fatti per il tipo di organizzazione che ci si è dati, lo scatto in avanti era insito in una scelta che invito la giunta a rafforzare, assieme alle altre”. “Spero – ha concluso il presidente della commissione sanità – che questo Consiglio serva per abbandonare le polemiche sterili e per rodare meglio la comunicazione tra Consiglio e Giunta. L’assessore Bezzini è una persona seria, disponibile e che lavora pancia a terra”.

Cristina Giachi (Pd)

“Abbiamo fatto delle scelte, su alcune delle quali stiamo discutendo, nessuno si tira indietro – ha affermato Cristina Giachi (Pd) in apertura del dibattito pomeridiano. – Ho trovato nelle parole dell’assessore Bezzini la consapevolezza delle difficoltà, dei limiti, di una situazione che ogni giorno riserva delle sorprese. Da questo al parlare di una sanità in ginocchio o al declino ce ne corre. Prima di chiedere di abdicare a chi quelle scelte ha fatto, di chiedere una testa che rotoli, dobbiamo tutti farci carico di questa complessità, a partire dalle opposizioni”.

Marco Casucci (Lega)

“Ci sono stati degli errori oggettivi nella copertura vaccinale degli over 80 e nella categoria dei fragili – ha dichiarato Marco Casucci (Lega), motivando le scelte politiche istituzionali del gruppo. – Le due settimane di ritardo rischiano di incidere sulla tenuta del nostro sistema sanitario. Il piano delle vaccinazioni ha mostrato tutte le proprie criticità”. A suo parere la richiesta di dimissioni dell’assessore non è la ricerca di un capro espiatorio, ma vuole segnare un punto di discontinuità rispetto a chi ha disatteso gli indirizzi date dal consiglio regionale. In questa prospettiva è stata infatti richiesta l’istituzione di una commissione speciale. “Se i vaccini sono pochi, allora l’indicazione delle priorità diventa ancora più importante – ha concluso. – I cittadini sono veramente stanchi. Solo insieme istituzioni, politica, associazioni, comitati possono vincere questa sfida storica. La Toscana è a un bivio: o sceglie la via della collaborazione tra maggioranza e minoranza, nel rispetto dei ruoli, o perde questa opportunità. Non lo vorrei davvero”.

Gli altri interventi

“Stiamo assistendo alla disfatta di un sistema organizzativo senza criteri né strategia, alla carlona – ha affermato Gabriele Veneri (Fdi) – Gli ospedali sono al collasso, non ci sono terapie intensive ed altri reparti sono stati sacrificati, causando liste di attesa interminabili. Suggerisco di passare dai proclami ai fatti, come chiedono i cittadini toscani”.

“È inaccettabile parlare della sanità toscana in questo modo – ha replicato Donatella Spadi (Pd) – Non è il momento dei se e dei ma, ma quello delle soluzioni. I medici di famiglia sono uno strumento straordinario da utilizzare per raggiungere tutta la popolazione anche nelle aree interne. Stiamo affrontando qualcosa di sconosciuto e di nuovo: dobbiamo tenerne conto”.

“Abbiamo sempre cercato di dare un contributo proattivo, utile alla soluzione dei problemi reali sollevati dalla popolazione – ha osservato Irene Galletti (M5S) – Ancora troppe cose nel piano vaccinale non vanno. Per questo, già mesi fa, ho proposto una commissione specifica. Molti cittadini si sono sentiti abbandonati, anche a causa di una piattaforma che non dà risposte esaurienti ai bisogni comunicativi, specie per coloro che hanno più difficoltà. Lavorare ad un piano operativo efficace, che sia sufficientemente elastico, è la risposta migliore da dare alla popolazione”.

Una risoluzione approvata tempo fa dal Consiglio regionale sull’ordine di priorità nella somministrazione dei vaccini è stata al centro dell’intervento di Giovanni Galli (Lega). “Sono passati quasi quattro mesi dall’inizio della campagna vaccinale e gli indirizzi del Consiglio sono stati disattesi – ha osservato –  La commissione speciale può essere di supporto alla Giunta e a quest’aula”.

“In Italia il 60,8% dei grandi anziani (over 80) ha ricevuto la prima dose del vaccino e il 32,9% anche la seconda dose. In Toscana questi dati scendono al 50,1% e al 22% – ha sottolineato Francesco Torselli (FdI) – Il 26 novembre la federazione dei medici di medicina generale ha dato la propria disponibilità a partecipare alla campagna vaccinale, ma il protocollo di intesa è stato firmato l’11 febbraio. In quei 77 giorni sono morte 2008 persone, delle quali 650 erano over 80”. A suo parere, l’organizzazione del piano vaccinale non è stata fatta in modo “trasparente e pubblico”, riferendosi a quanto accaduto al Mandela Forum, e a quei cittadini di Bagno a Ripoli, costretti ad andare sul Monte Amiata per ricevere AstraZeneca. “Nessuno vuole processare l’assessore alla sanità – ha concluso – Vogliamo solo fare il punto per ripartire tutti insieme”.

La Toscana ha dispiegato “il suo grande sistema sanitario, un sistema che ci siamo impegnati a rafforzare in questi mesi difficili, anche oltre il Covid, tanto che si è continuato ad ottenere ottimi risultati anche sulle altre cure”, dice Massimiliano Pescini, vicecapogruppo del Partito democratico. A suo parere, “la rappresentazione della sanità toscana che ci arriva sentendo le parole delle opposizioni è il contrario della realtà come la raccontano i numeri e coloro che sono stati curati dal nostro sistema sanitario”. Nella criticità di una vicenda che ha travolto tutto il mondo”, il vero tema, aggiunge Pescini, “è la mancanza di dosi vaccinali, questo è uno dei motivi principali” che hanno determinato “l’unica criticità che possiamo individuare e stiamo cercando tutti insieme di superare: la vaccinazione degli over 80, cioè della fascia tra 80 e 89 anni, mentre sugli ultranovantenni siamo al primo posto”. Il consigliere esprime piena fiducia all’assessore Bezzini, “che la merita, sta facendo un lavoro grande, cercando di risolvere ogni giorno migliaia di singoli problemi. Il nostro sistema resisterà e sarà tra i primi in Italia quando ci saranno le dosi di vaccino”.

Il presidente Giani “che ringrazio perché ci ha sempre messo la faccia in questi mesi, non può più esimersi oggi dal prendersi la responsabilità delle scelte che ha compiuto sulla giunta e sull’assessore di riferimento”, dice Marco Stella (Forza Italia). L’assessore dovrà spiegarci bene, oggi non l’ha fatto, perché c’è stato ritardo nella vaccinazione degli over 80 e anche spiegarci le questioni sui medici di base”. I numeri, prosegue Stella, vanno guardati tutti: “La Toscana è penultima nella vaccinazione degli over 80, il ritardo di 15 giorni di cui parla il consigliere Sostegni quante morti in più ha portato? Sono 29mila 985 ricoverati e 615 morti”. L’assessore, prosegue Stella, “ha spiegato che il sistema tiene. Gli domando: lei è stato negli ospedali?”. E ancora, “il portale non funziona, chi l’aveva testato?”. La relazione di Bezzini in aula, aggiunge Stella, “ci dice che tutto è andato bene, che entro il 25 aprile tutti gli over 80 avranno la prima dose e che a metà maggio oltre un milione e 100mila toscani avranno la seconda dose: onestamente, visto come stanno andando le cose, mi sembra molto difficile. Verificheremo”. E ricorda che Forza Italia presenta oggi “dieci proposte, tra le quali la vaccinazione di coloro che sono nel periodo di follow up e non solo i malati oncologici nei sei mesi dalla fine della chemioterapia. Lo sta facendo la Regione Lazio”. Infine, di nuovo rivolto all’assessore Bezzini, “non chiedo le dimissioni a nessuno, ma penso che se oggi questo Consiglio approverà una commissione d’inchiesta, o una commissione speciale farebbe bene a trarne le conclusioni”.

“Mi sarei aspettata che la seduta di oggi cominciasse con delle scuse, con un’ammissione di responsabilità e, soprattutto, con parole di chiarezza sui tempi che tutti i cittadini aspettano”, dice Elena Meini (Lega). I cittadini “in questi mesi difficili hanno perso la fiducia nelle istituzioni. Ora si dovrebbe chiarire come andrà avanti la campagna vaccinale”. Il presidente Giani “ha detto che non si sente chiamato in causa dalla parole di Draghi sui ritardi nella vaccinazione degli ultra ottantenni. Io, invece, da toscana, purtroppo in causa mi sento chiamata. E avrei voluto che questi problemi non si fossero presentati. Ma quante persone avremmo potuto salvare?”. La commissione speciale richiesta dalle opposizioni “deve essere vista come una opportunità. Bisogna saper ascoltare anche i consiglieri d’opposizione: vi chiediamo di migliorare la parte comunicativa, che non ha funzionato. E vi chiediamo di avere l’umiltà di dire che gli errori commessi non avverranno più”.

“Ho l’impressione di aver capito male a sentire le parole dell’assessore Bezzini”, dice Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia). “Evidentemente quello che dicono migliaia di cittadini oltre a giornalisti e sindacati non corrisponde al vero. Qui nessuno è a fare processi sommari – prosegue Capecchi – ma ci sono domande che attendono risposte e per questo chiediamo con forza l’istituzione di una commissione d’inchiesta”. A cominciare dalle decisioni prese per la vaccinazione della categoria degli avvocati, “alla quale appartengo, ma ho deciso di non vaccinarmi perché lo ritengo un errore”. Un errore, “come spiegato dall’ordine di Firenze, che non è stato degli stessi avvocati, ma è frutto di una decisione presa a seguito dell’interlocuzione tra la Regione e i vertici della Corte d’appello. Dal presidente Giani vorrei sapere: chi ha interloquito con la Corte d’Appello? E lo stesso ragionamento vale per le categorie dei socio-sanitari”. Sui numeri, prosegue Capecchi, “non si può mentire: due elementi colpiscono in Toscana, il numero di vaccinati nelle categorie ‘altro’, che è molto più alto in percentuale rispetto ad altre regioni omologhe, e il numero dei vaccinati tra gli over 80, che è clamorosamente basso”. Sul sistema di prenotazione, “i medici di medicina generale “ci dicono che il caos continua a regnare”, aggiunge Capecchi. Che chiede ancora: “Che piano ha la Toscana per affrontare i cosiddetti ‘invisibili’, le decine di migliaia di immigrati irregolari, rom, sinti, senza tetto, apolidi, pericolosi per se stessi e per gli altri se sfuggono al sistema vaccinale?”.

La consigliera Luciana Bartolini (Lega) si sofferma sulla vicenda particolare “che si è verificata ieri nel centro vaccinale di Pistoia, nella cosiddetta ex cattedrale: code interminabili di persone anziane, in fila per vaccinarsi, circa un centinaio accalcate perché avevano paura di non sentire la chiamata. Spero si sia trattato di un episodio isolato, ma la disorganizzazione era totale”. Per risolvere problemi di questo tipo, chiude Bartolini “sarebbe bene coinvolgere la Protezione civile, come avevamo chiesto in un nostro ordine del giorno”.

“Di fronte alla scienza che ci ha regalato un miracolo: vaccini dopo dieci mesi e non dopo un anno e mezzo”, ha esordito il portavoce dell’opposizione Marco Landi  (Lega), “alcune cose non sono andate nel modo sperato e l’opposizione ha suonato più volte campanelli di allarme”. Il consigliere ha quindi ricordato la non omogeneità nell’organizzazione delle chiamate per i vaccini, la situazione delle liste di attesa, le pecche del sistema informatico, le risposte diverse date dalle Asl, per affermare che gli ultra ottantenni sono in penultima posizione in Italia tra coloro che sono stati vaccinati e rappresentano il 60 per cento di chi si ammala e anche muore. “Rispondere alla pandemia riguarda ognuno di noi – ha concluso – cerchiamo di fare la nostra parte e auspichiamo che anche altri la facciano”.

Deciso il consigliere Diego Petrucci (Fdi): “noi non abbiamo chiesto né teste né presentato atti per vaccinare determinate categorie, è motivo di orgoglio per il nostro partito aver fatto domande puntuali su ciò che non andava e proposto sempre delle soluzioni”, dai maggiori tracciamenti al rafforzamento delle Usca, passando dalla presentazione di un “nostro piano vaccinale”. Il consigliere ha inoltre lamentato le mancate risposte sul cronoprogramma, sulle somministrazioni a domicilio, sulla gestione delle liste di riserva, per affermare che “lo strumento migliore per sgombrare il campo da ombre è la commissione di inchiesta, che chiediamo con rammarico e responsabilità”.

Anche per Vittorio Fantozzi (Fdi), occorre dare risposte ai cittadini, “ e di fronte agli errori non possono appagare le dimissioni di nessuno”. “Le risposte che non ho trovato negli interventi dei consiglieri di maggioranza mi portano ad essere ancora più convinto della posizione di Fratelli d’Italia, che chiede una commissione di Inchiesta proprio per concentrarsi sulla campagna vaccinale”. Da qui l’invito a tutti a riconoscere i limiti e le difficoltà di un percorso, per mettersi nelle condizioni di fare di più e meglio: “facciamolo in nome di chi abbiamo perduto, facciamolo per ricordare i sacrifici di tutti, facciamolo perché noi siamo deputati a farlo”.

“Non mi appassiona la dimensione alfanumerica della campagna vaccinale” ha spiegato Stefano Scaramelli (Italia Viva), dopo aver ringraziato l’assessore Bezzini per la relazione e il presidente Giani per la vicinanza al consiglio regionale. “A noi spetta condividere con la comunità il processo sociale di una campagna, che ha bisogno di fiducia e corresponsabilità – ha sottolineato – mi sento di chiedere scusa ai toscani per ciò che non ha funzionato; assumiamoci tutti un pezzo di responsabilità condivisa e tendiamo una mano alle opposizioni che chiedono una commissione di inchiesta”. “Compete a noi presentare atti e fare regolamenti –ha concluso – la trasparenza è quest’aula, i luoghi della politica sono la trasparenza, a noi impegnarci per farci carico delle aspettative dei cittadini”.

Anche per Elisa Tozzi (Lega) è fondamentale recuperare la fiducia dei cittadini, “come ognuno di noi tocca con mano anche in famiglia”; da qui l’urgenza di fare uno “sforzo collettivo” per superare questo momento e cercare insieme soluzioni, “per garantire la salute e anche per accompagnare la ripartenza economica della nostra Regione”. In tale contesto, secondo la consigliera, che ha chiesto a tutti di “fare un cambio di passo e guardare avanti” si inserisce la commissione speciale,  per acquisire documenti e dare risposte nella massima trasparenza. “Diamo un importante segnale  – ha concluso – abbandoniamo le polemiche e con grande senso di responsabilità agiamo nell’interesse comune”.

“No alla richiesta di sfiducia, solo strumentale e politica, nei confronti dell’assessore Bezzini” da parte del presidente del gruppo del partito democratico, Vincenzo Ceccarelli, che ha ringraziato l’assessore alla Sanità per “impegno, trasparenza e disponibilità, e quindi per la comunicazione che ha ripercorso tutte le tappe della campagna, tra luci e ombre”. “Siamo disponibili ad unire le forze ma diciamo no alle strumentalizzazioni: chi chiede le dimissioni di Bezzini non vuol dare un contributo ma intende solo fare opera di destabilizzazione”, ha detto il consigliere, che si è anche soffermato su qualche dato; tra questi la velocità di vaccinazione che, secondo le proiezioni, è di 236 giorni in Toscana contro i 298 del Veneto. “Andiamo avanti unendo le forze – ha concluso – dopo la crisi sanitaria dovremo affrontare quella economica”.

Le dichiarazioni di voto

“Andiamo avanti con la mozione di sfiducia”, ha ribadito la capogruppo della Lega Montemagni nelle dichiarazioni di voto a fine seduta.  “Il tempo perso non ce lo riporterà indietro nessuno. I problemi continuano, la nostra richiesta è sì un atto politico, ma va nell’interesse dei cittadini”.

Posizione sostenuta anche da Fratelli d’Italia, che pure, come ha ricordato Diego Petrucci, ha deciso di non sottoscrivere l’atto. “La sfiducia non sarebbe una vittoria per il piano vaccinale – ha osservato il capogruppo Francesco Torselli –, ma l’assessore è tra i responsabili del disastro Toscana”. Sulla stessa scia anche gli interenti degli altri consiglieri del gruppo: Vittorio Fantozzi, Gabriele Veneri e Alessandro Capecchi.

Voto favorevole al non gradimento anche dal Movimento 5 Stelle, come annuncia la capogruppo Irene Galletti: “La sfiducia all’assessore Bezzini serve a indicare il fallimento di un intero sistema che è da lui rappresentato. Sarebbe però ingeneroso attribuire solo all’assessore la catena delle responsabilità, quando è evidente che le decisioni, le scelte e i passaggi non sono riconducibili solo alla sua persona, ma all’intera catena di comando”.

La sfiducia a Bezzini “è, com’è evidente un atto di sfiducia collettivo”, dichiara Marco Stella (Forza Italia). “La mozione, le proposte per la commissione speciale e per la commissione di sfiducia sono tre tasselli di questo atto di sfiducia”.

La “fiducia totale” nei confronti di Bezzini, “per le modalità del suo lavoro, l’impegno, la disponibilità al confronto” arriva dal capogruppo del Partito democratico Vincenzo Ceccarelli, secondo il quale, peraltro, “un cambio in questo momento vorrebbe dire creare condizioni che possono aumentare le difficoltà in una macchina che invece sta dimostrando di funzionare. Invitiamo Bezzini ad andare avanti. Con gli strumenti che abbiamo alla fine i fatti daranno ragione, daranno una risposta importante”.

Sostegno anche dal capogruppo di Italia Viva, Stefano Scaramelli: “Respingiamo convintamente questa mozione. I cittadini ci chiedono di rappresentare la loro ansia, continueremo a farlo con spirito costruttivo e lealtà verso la maggioranza della quale facciamo parte e alla quale confermiamo il nostro sostegno adesso e per il prosieguo della legislatura”.

Di segno opposto, invece, le dichiarazioni dei consiglieri Andrea Ulmi ed Elisa Tozzi, della Lega, che hanno sostenuto la necessità di votare la sfiducia all’assessore Bezzini.

 

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