Ex Gkn, audizione amara in Parlamento

21 marzo 2023 | 17:00
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Ex Gkn, audizione amara in Parlamento

Appena 15 minuti di intervento e incontro aggiornato a nuova data

È durata appena 15 minuti l’audizione nella commissione Attività produttive della Camera della Rsu Ex Gkn. Il tempo di ripercorrere i fatti degli ultimi 20 mesi, fare alcune proposte e depositare un nuovo dossier di 20 pagine. Poi l’incontro è stato aggiornato a nuova data.

“Ognuno può prendersi tutto il tempo che ritiene necessario per approfondire e trovare soluzioni, intanto però sono stati bruciati 220 posti di lavoro e ogni minuto in più vuol dire un licenziamento potenziale. Il Parlamento dovrebbe chiedersi quali strumenti ha per fermare le delocalizzazioni in questo Paese”,  dicono dal Collettivo di Fabbrica.

Durante l’audizione sono stati ricordate “le ripetute violazioni degli accordi da parte della proprietà, i 14 incontri ministeriali andati a vuoto, la totale assenza di stipendi e cedolini, la messa in liquidazione”. Quindi le proposte: “Pagamento immediato degli stipendi, sospesi senza alcuna motivazione da ottobre scorso, consegna dei cedolini, che non arrivano da dicembre insieme ai contributi per paternità, allattamento, legge 104; ritiro della liquidazione; amministrazione straordinaria e commissariamento, vista la totale indisponibilità della proprietà a valutare progetti di reindustrializzazione; ripristino della contrattazione; cassa straordinaria per riorganizzazione basata sui progetti industriali del collettivo di fabbrica; entrata del capitale pubblico in QF oppure finanziamento pubblico dei progetti”.

In chiusura dell’audizione i commissari hanno fatto riferimento alla cassa integrazione retroattiva concessa a QF in liquidazione, da gennaio a ottobre 2022. “Dobbiamo ancora vedere il decreto, però è chiaramente una decisione politica, l’unica presa in venti mesi su questa vicenda. Una cassa integrazione retroattiva 11ter, che di solito si concede a chi ha già esaurito gli ammortizzatori sociali, che non incide sul reddito dei lavoratori, è quanto meno una forzatura. Potremmo chiamarla la cassa integrazione ‘Borgomeo’, quella per confusione e violazione degli accordi, con la quale si concede liquidità a una azienda in procedura di liquidazione, senza ottenere il ritiro della procedura stessa né il pagamento degli stipendi”, attaccano dalla Rsu.

La riunione si è infine aggiornata rimandando ad altri incontri, in attesa di approfondimenti, con l’invito della Rsu a vedere i piani industriali proposti dal Collettivo di fabbrica e a valutare le manifestazioni di interesse presentate alla Regione Toscana, tutti progetti sui quali si chiede l’intervento pubblico: “Il tempo in questa partita è vitale, chiunque prenda tempo per approfondimenti o altro, al sesto mese senza stipendio, si carica addosso il licenziamento di un lavoratore Gkn”.

“Finché il patron di Qf Francesco Borgomeo non toglierà la procedura di liquidazione non si potrà portare avanti il piano di reindustrializzazione del sito produttivo”, commenta il deputato del Pd Emiliano Fossi che oggi ha assistito all’audizione delle Rsu dello stabilimento di Campi Bisenzio.
“I lavoratori delle Rsu dell’ex Gkn hanno presentato una ricostruzione sintetica ma puntuale della situazione dello stabilimento di Campi Bisenzio dal luglio di due anni fa sino ad oggi – spiega Fossi – insistendo sull’importanza del ruolo delle istituzioni, in particolar modo del Ministero per lo Sviluppo Economico. I lavoratori hanno confermato che è stata concessa una cassa integrazione retroattiva fino ad ottobre”.

“Da parte mia – dice Fossi – ho ribadito come sia da sfatare la ‘leggenda’ che vorrebbe lo stabilimento occupato dai lavoratori. Ho spiegato che è in atto un’assemblea permanente, ma che il sito è accessibile perché ci sono 32 lavoratori che, a rotazione, svolgono funzioni di manutenzione e di controllo”.