Smart working, Uil Fpl: “La pubblica amministrazione non merita di tornare al prepandemia”

Il sindacato: "L’auspicio è quindi di veder confermate le direttrici che negli ultimi mesi sono state tracciate, consentendo di rinsaldare e perfezionare la regolamentazione del lavoro agile"

Che fine farà lo smart working nella pubblica amministrazione? A chiederselo è il sindacato Uil Fpl visto l’imminente arrivo del 15 ottobre, data che segna la fine del “lavoro agile” come modalità ordinaria.

“La Pubblica amministrazione non merita di essere catapultata di colpo nell’epoca prepandemia. Non merita di vedere una azzeramento di tutti i passi avanti fatti in questi mesi – commenta Flavio Gambini, segretario generale Uil Fpl Toscana Centro -. I pubblici dipendenti hanno infatti continuato a lavorare alacremente per il Paese e accanto al Paese erogando servizi eccellenti, pur fra mille difficoltà. Hanno dimostrato di essere affidabili ed efficienti, a dispetto delle nuove modalità di lavoro, sebbene non conformi agli standard tradizionali traducendo il tutto in un vanto per molti. Eppure c’è chi oggi vorrebbe nuovamente relegare al controllo dell’ufficio quegli stessi lavoratori, poiché rei di essere eterni fannulloni non in grado di autogestirsi fuori dalle mura dell’amministrazione”.

“Cadono così nell’oblìo i tanto decantati benefici che lo smart working ha avuto sulla produttività, sulla qualità dei servizi, sull’ambiente (con ridimensionamento delle emissioni di C02) e anche sulla sicurezza (riduzione delle morti in itinere) – prosegue il sindacato -. Al contrario, di ciò che è stato previsto dal Ccnl 2018 e dei rischi sanitari ancora attuali, lo smart working dovrebbe essere incentivato e valorizzato. Agli enti già dotati di Pola, ora confluito nel Piao, dovrebbe essere lasciata la possibilità di attuare le regole già predisposte; per altro verso, gli enti ancora sprovvisti, andrebbero sollecitati all’adozione dei Piani atti a regolamentare il lavoro agile. La pandemia ha aperto uno squarcio di luce su una modalità di lavoro in grado di conciliare efficacia ed efficienza dell’agire amministrativo con esigenze di vita personale. Un siffatto valore aggiunto non può che comportare un necessario superamento di ottiche sterili e obsolete. L’auspicio è quindi di veder confermate le direttrici che negli ultimi mesi sono state tracciate, consentendo di rinsaldare e perfezionare la regolamentazione del lavoro agile”.

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