La Toscana organizza campi scuola per bambini affetti da diabete. Giani: “Sviluppano autostima e responsabilizzazione”

Saranno spazi dedicati anche alle famiglie e ci sarà uno apposito per tutor. È rivolto a 12-15 adolescenti
Tornano i campi scuola per bambini e adolescenti affetti da diabete e per le loro famiglie. Tutti insieme, soprattutto in campeggio, per stare a contatto con la natura, fare sport, attività all’aria aperta e per imparare, con l’aiuto di medici e psicologi, a gestire questa patologia cronica e superare i problemi di convivenza.
I campi saranno anche momento per formare nuovi tutor fra gli adolescenti esperti nella gestione del loro diabete. Le tre aziende del Servizio sanitario regionale organizzeranno e proporranno i campi scuola mettendo a disposizione il personale dei reparti di pediatria.
L’organizzazione
Saranno organizzati campi scuola per ragazze e ragazzi dai 10-13 ai 14-17 anni, con alcuni adolescenti più grandi a far da tutor. Sono previsti anche campi per famiglie con bambini che soffrono di diabete (genitori e figli insieme) ed uno apposito per tutor, rivolto a 12-15 ragazze e ragazzi adolescenti.
Nel corso delle attività didattico-sanitarie, si imparerà ad eseguire il controllo della glicemia, a riconoscere in tempo e gestire eventuali scompensi acuti e a somministrare l’insulina quando necessario.
Nel 2024, sono stati 10 i campi scuola realizzati sul territorio regionale tra quelli per nuclei familiari con i bambini più piccoli e quelli per adolescenti e preadolescenti.
Le dichiarazioni
“La giunta regionale nei giorni scorsi ha rinnovato i finanziamenti, complessivamente 170mila euro, per sostenere anche per il 2025 i progetti dell’Ospedale Meyer (che è il centro regionale di riferimento), l’Asl Toscana Nord-Ovest e l’Asl Toscana Sud-Est”, ha spiegato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
“Consideriamo l’esperienza dei campi molto preziosa – ricordano Giani e l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini -. Nel corso degli ultimi anni, iniziative di questo tipo hanno prodotto risultati positivi. Sono utilissime per fugare timori (dei genitori e dei ragazzi) e sviluppare autostima e responsabilizzazione“.
“E anche per questo costituiscono parte integrante del programma di educazione all’autocontrollo e all’autogestione del diabete. Naturalmente si tratta anche di una vacanza e saranno dunque occasione di socializzazione e divertimento“, concludono il presidente e l’assessore.