La “rete del contemporaneo” a rapporto in Regione

“Modello da migliorare e rilanciare. E servono più risorse”

Audizione dei protagonisti dell’arte del contemporaneo in Toscana questa mattina in commissione Istruzione e cultura nell’ambito degli Stati generali della cultura. Due le richieste: migliorare e implementare la rete, coinvolgendo chi oggi è ancora fuori e maggiori risorse.

“È stata un’audizione molto interessante – ha spiegato la presidente Cristina Giachi – su gran parte del sistema toscano del contemporaneo. In Toscana esiste una rete per il contemporaneo e abbiamo fatto il punto per capire cosa cambiare o migliorare, dove lavorare e quali siano i soggetti nuovi da coinvolgere.   I temi sono quelli emersi in tutti i settori della cultura che stiamo ascoltando. C’è il tema della formazione professionale, dell’approccio dal punto di vista del lavoro che si fa in ambito culturale. Nel caso della rete del contemporaneo c’è il tema della produzione artistica oltre che della valorizzazione e della fruizione. E ancora il tema della rete effettiva delle collaborazioni che consenta di raccontare una Toscana del Novecento e che realizzi davvero una Toscana diffusa della cultura contemporanea e della sua fruizione”.

Ampio il dibattito che ha coinvolto una rappresentanza della rete del contemporaneo toscana. A farsi portavoce della rete Stefano Colicelli Cagol, il direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato che ha spiegato come “ci siano ampi margini di crescita sul fronte del coordinamento della rete”. “Un modello innovativo da migliorare e implementare pensando insieme nuove sinergie coinvolgendo anche chi non partecipa alla rete”. “Penso che sia fondamentale ricominciare a viaggiare, incontrarsi, in una regione in cui tanti comuni vorrebbero poter ottenere sostegno per avere opere e dove ci sono tante artiste e tanti artisti disseminati per la Toscana. La funzione del Pecci può essere quella di promuovere direttive tematiche efficaci per le politiche territoriali da fare in Toscana”.

Da parte di tutti gli operatori che hanno partecipato alle audizioni la necessità di rilanciare la rete dopo i mesi duri condizionati dalla pandemia e la richiesta di fondi per sostenere le iniziative legate all’arte contemporanea nella regione. Fondi necessari perché spesso privati e amministrazioni comunali da sole non hanno la forza necessaria.

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