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Cronaca
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Riciclaggio internazionale con il sistema delle criptovalute: scoperta banca illegale a Prato

1 agosto 2025 | 09:40
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Riciclaggio internazionale con il sistema delle criptovalute: scoperta banca illegale a Prato

Nella struttura a disposizione di un 45enne cinese due software wallet Token Pocket e materiale per falsificare documenti

Nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura di Prato, è stata individuata una struttura bancaria illegale, centrale di riciclaggio, basata sull’impiego di criptovalute, e di rilascio di carte d’identità elettroniche contraffate valide per l’espatrio e di altri documenti di identità, in via Respighi, nel cuore della città di Prato.

Dopo un  decreto di perquisizione e sequestro, emesso dalla procura, sono stati, infatti, trovati in uno dei quattro telefoni nella disponibilità del 45enne cinese Cheng Bangjie due software wallet Token Pocket collegati a due indirizzi telematici, sui quali risulta una movimentazione di criptovalute – nel periodo compreso dal 5 aprile al 26 luglio – per valori ingenti di criptovalute Stable Coin Usdi, ancorate al valore del dollaro.

In particolare, sul primo indirizzo, dal 5 aprile (prima transazione) al 26 luglio, sono stati depositati quasi 10,8 Usdt_Trx, per un controvalore di oltre 9 milioni di euro e i fondi risultano provenire per oltre il 90 per cento daservizi di exchange. L’analisi delle transazioni in uscita hanno evidenziato che i fondi venivano depositati su una piattaforma attestata in Cambogia, che è stata segnalata dalla FinCen del Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti d’America come un istituto finanziario che opera come centro di riciclaggio di denaro. Sul secondo indirizzo, dal 15 luglio (primatransazione) al 26 luglio sono stati depositati oltre 369mila Usdt_Trx, per un controvalore di oltre 320mila euro e anche in questo caso i fondi risultano provenire per oltre l’85 per cento da servizi di exchange.

L’analisi delle transazioni in uscita hanno evidenziato che la maggior parte dei fondi sono stati inviati su wallet privati, dove risultano tutt’ora presenti.

Il cittadino cinese e i soggetti a lui collegati avevano in possesso materiale le criptovalute per un controvalore di 117mila euro. Sono stati rinvenuti, inoltre, complessivamente 15mila euro in contanti (4mila nella materiale disponibilità del 45enne destinatario del decreto di perquisizione e del sequestro e 11mila di altro cittadino cinese che si accompagnava con lui), nonché due stampanti, due laminatori, numerose tessere bianche, con microchip e banda magnetica, e altre con sola banda magnetica, funzionali alla predisposizione di carte d’identità elettroniche, e pellicole ologrammate.

Le indagini si sono nutrite del prezioso supporto degli appartenenti al Nucleo operativo antifalsificazioni e della sezione criptovalute del comando carabinieri antifalsificazione dei carabinieri di Roma, del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di Prato e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Prato.