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L'operazione delle Fiamme Gialle |
Cronaca
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Facciate rifatte, ma solo sulla carta: la truffa coinvolge anche ignari cittadini di Massa e Pisa

6 giugno 2025 | 08:00
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Facciate rifatte, ma solo sulla carta: la truffa coinvolge anche ignari cittadini di Massa e Pisa

La scoperta della Guardia di Finanza di Treviso: 2,2 milioni di crediti illeciti

Facciate rifatte… solo sulla carta. 
Scoperta maxi truffa da 2,2 milioni ai danni dello Stato: la Guardia di Finanza di Treviso smaschera finta impresa edile che lucrava sul “bonus facciate” con lavori mai eseguiti e clienti ignari.

Un’operazione, questa delle Fiamme Gialle, che ha riguardato anche due città toscane: Massa Carrara e Pisa. 

Nella lotta contro lo spreco di risorse pubbliche, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno messo a segno un’importante operazione che ha portato alla luce una frode milionaria legata al “bonus facciate”. Una società dell’hinterland trevigiano avrebbe infatti indebitamente ottenuto crediti d’imposta per ben 2,2 milioni di euro, sfruttando in modo illecito l’agevolazione fiscale prevista dalla legge di bilancio 2020, che consente una detrazione del 50% per i lavori sulle facciate degli edifici.

Le indagini, condotte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Treviso, sono partite dall’analisi di alcune segnalazioni sospette di riciclaggio. I sospetti si sono subito concentrati su una società edile locale, che è risultata al centro di un sistema fraudolento ben congegnato.

Secondo quanto emerso, i quattro presunti responsabili – un cittadino italiano e tre stranieri, tutti titolari di ditte edili – avrebbero simulato lavori di ristrutturazione mai eseguiti, intestati a 24 persone totalmente ignare, residenti in diverse province italiane: Belluno, Bologna, Gorizia, Massa Carrara, Padova, Pisa, Potenza, Rimini, Roma, Torino, Vercelli, Verona, Vicenza, Udine, all’oscuro di essere state utilizzate per le illecite finalità dell’azienda trevigiana.

Sentiti come testimoni, i cittadini coinvolti hanno negato qualsiasi contatto con la società trevigiana e hanno dichiarato di non aver mai commissionato né autorizzato interventi di ristrutturazione sulle loro abitazioni. Eppure, nei loro “cassetti fiscali” risultavano richieste di detrazione relative a interventi mai effettuati.

L’obiettivo era creare falsi presupposti per ottenere i crediti d’imposta, poi monetizzati tramite la cessione a Poste Italiane o trasferiti a imprese collegate ai tre imprenditori stranieri, che a loro volta ne incassavano i benefici.

Oltre alla denuncia per indebita percezione di erogazioni pubbliche, l’amministratore italiano della società è stato anche segnalato per violazioni tributarie. La stessa azienda, che risultava inadempiente con la presentazione delle dichiarazioni dei redditi, è stata sottoposta a verifica fiscale: l’obiettivo è recuperare le somme ottenute in modo illecito e accertare l’emissione di fatture false verso altri soggetti della zona.

L’operazione dimostra l’efficacia del lavoro sinergico tra Guardia di Finanza e Magistratura, impegnate nel contrastare chi, con frodi di questo tipo, svia fondi pubblici destinati al sostegno e alla crescita