Minaccia e perseguita la vicina di casa portatrice di handicap: stalker in cella

Numerosi gli interventi della Polizia nel palazzo
Il personale della Squadra Mobile di Arezzo ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta dalla Procura.
La misura cautelare trae origine dall’attività investigativa condotta dal personale della Squadra Mobile a seguito della denuncia presentata presso gli uffici della Questura di Arezzo da una condomina dell’indagato, portatrice di handicap, che da tempo veniva perseguitata con reiterate condotte di ingiuria, violenza e minaccia poste in essere nei suoi confronti dal vicino di casa e che contribuivano a determinare nella donna un perdurante stato di ansia e di paura, per il quale doveva intraprendere uno specifico trattamento farmacologico, oltre ad innescare in lei un fondato timore per la propria incolumità personale tanto da costringerla ad alterare le proprie abitudini di vita non uscendo più di casa se non accompagnata da altri condomini per il timore di incontrare l’uomo ed essere aggredita.
Numerosi sono stati gli episodi contestati e documentati nel corso dell’attività d’indagine dagli investigatori, anche attraverso l’acquisizione di materiale audio-video-fotografico, episodi nel corso dei quali l’indagato ingiuriava o minacciava la donna all’interno delle scale condominiali o dinnanzi alla porta d’ingresso dell’appartamento abitato dalla vittima. L’indagato, inoltre, era solito sbattere oggetti contro un muro comunicante con l’appartamento della donna, al fine di provocare rumori molesti, mentre continuava ad urlare frasi offensive e minacciose nei confronti della persona offesa, con l’intento di intimorirla e costringerla ad uscire dall’abitazione
In diverse occasioni, i comportamenti violenti e minacciosi si registravano anche nel cuore della notte, a tarda ora.La donna, quindi, in tali circostanze contattava il numero unico di emergenza 112 per richiedere aiuto. Prontamente intervenivano le volanti che si sono recate più volte nel condomino in questione per interrompere le condotte persecutorie poste in essere dall’uomo nei confronti della vicina di casa. In questi casi l’indagato non ha avuto remore ad utilizzare più volte violenza e minaccia anche nei confronti degli operatori di polizia, adoperando anche armi improprie quali coltelli o cocci di bottiglia per opporre resistenza e provocando in diverse occasioni anche lesioni agli agenti di polizia intervenuti con l’intento di placare le azioni violente poste in essere dall’uomo.