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“Dacci i soldi o ti picchiamo”: misure cautelari per 5 minorenni a Pisa e Livorno

15 aprile 2025 | 12:30
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“Dacci i soldi o ti picchiamo”: misure cautelari per 5 minorenni a Pisa e Livorno

Una custodia in carcere e quattro permanenze in casa

Nella mattinata di oggi (15 aprile) i carabinieri di Pisa hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di cinque minorenni residenti tra le province di Pisa e Livorno. I giovani sono indiziati di aver partecipato a una serie di rapine – consumate e tentate – avvenute nel centro cittadino di Pisa tra gennaio e febbraio 2025.

L’indagine, condotta dalla sezione operativa del Nor della compagnia carabinieri di Pisa, ha preso avvio dopo un primo episodio risalente alla notte di Capodanno. Da quel momento si sono susseguiti altri nove casi simili: in totale si contano otto rapine portate a termine (il 1°, 2 e 3 gennaio, due il 25 gennaio, due il 1° febbraio e una il 5 febbraio) e due tentativi (il 3 gennaio e il 4 febbraio).

Secondo quanto riferito dai militari, le vittime – tutti coetanei dei presunti autori – venivano avvicinate in pieno centro storico, in aree come piazza Santa Caterina, Borgo Stretto e Corso Italia, e costrette a consegnare denaro, effetti personali come giubbotti, sigarette elettroniche e powerbank, talvolta sotto minaccia esplicita (“Dacci tutti i soldi, perchè se li troviamo noi poi ti picchiamo).

L’attività investigativa tradizionale è stata affiancata anche da operazioni di web patrolling. Attraverso l’analisi dei profili social degli indagati, i carabinieri hanno raccolto ulteriori elementi utili, tra cui foto e video in cui i giovani ostentavano coltelli, armi giocattolo e dissuasori elettrici, spesso con i volti coperti e in atteggiamenti potenzialmente intimidatori.

Le misure cautelari – una custodia in carcere e quattro permanenze in casa – sono state disposte dal tribunale per i minorenni di Firenze, su richiesta della procura della repubblica per i minorenni, a conclusione di un’articolata indagine che ha visto la collaborazione attiva anche dei familiari delle vittime, preoccupati per l’incolumità dei propri figli.