“La Regione avvii studi di valutazione sull’incidenza di malattie relative al keu”

Lettera aperta dell'Unione Inquilini al presidente della Regione Toscana e all'assessore all'ambiente

“Siamo a chiedere, a tutti gli effetti di legge, che la Regione Toscana inizi immediatamente una dettagliata attività di monitoraggio epidemiologico o studi di valutazione sull’incidenza di leucemie o altre malattie relative al materiale denominato keu, ricordando che la Regione è direttamente responsabile della salute dei cittadini”. L’invito è di Luca Scarselli e della sezione Valdarno Inferiore dell’Unione Inquilini, scritto in una lettera aperta diretta al presidente della Regione Toscana e all’assessore all’ambiente.

“Ad oggi – scrive Scarselli – sono noti solo tredici posti in cui sia stato sversato il suddetto veleno, ma è già noto che ve ne siano almeno altri sessanta, ed è anche evidente la possibilità che ve ne siano altri che possono essere sfuggiti alla attività investigativa. Il keu è un materiale pericoloso e presente nelle località oramai da anni e un recente studio dell’Università di Pisa ha dimostrato come possa portare alla formazione del cromo esavalente (nota sostanza cancerogena).

Abbiamo avanzato due istanze di acceso ai documenti in cui abbiamo chiesto alla Regione Toscana e all’Ars (Agenzia Regionale di Sanità) se siano stati svolti studi sulla incidenza di leucemie o altre malattie legate al keu. L’Agenzia per la Sanità ci ha risposto testualmente che ‘non è stata coinvolta in alcuna attività di monitoraggio epidemiologico o in studi di valutazione sull’incidenza di leucemie o altre malattie’.

Invece la Regione Toscana ha risposto letteralmente: ‘ad oggi, stante l’indagine della Procura in corso, non sono state avviate indagini di carattere epidemiologico verso la cittadinanza’. In primis si vuole evidenziare la palese superficialità della risposta del vostro ente, infatti si rileva che il keu è stato illegalmente sversato dal 2017 – 2018 ed eventuali esigenze investigative certamente non posso impedire un controllo sulla salute dei cittadini, però l’elemento più paradossale è che non corrisponde a verità che sussistano motivi legati alla segretezza delle indagini.

In particolare, in relazione a tredici zone in cui è presente il veleno keu, è iniziato un procedimento penale, così ad oggi non vi è nessun segreto investigativo”.

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