Ingegnere – esorcista: Padre Enrico in lotta contro il Diavolo

Il frate opera nella Diocesi di Massa: tutti i "segreti"

La fede l’ha incontrata dopo, prima Padre Enrico Di Vita era un ingegnere, laureato a Pisa. Diventa frate, cioè entra nella sua famiglia religiosa dei Missionari di Maria, a 30 anni e viene ordinato sacerdote a 35.

Siciliano di nascita, 76enne, gioviale, sorridente, occhi celesti come il cielo, o come il velo della Santa Madre Maria, mi ha accolta nell’ufficio della canonica della chiesa di Avenza.

Esorcista, racconta, lo è diventato nel 2007, prima a Verona, poi, dal 2011 a Massa, come da nomina dell’allora Vescovo apuano Giovanni Santucci. 

Come si diventa esorcista?

“Ci sono regole che derivano dal Diritto Canonico: occorre avere santità, sapienza, prudenza e scienza. Il frate, o il prete, comunque il sacerdote esorcista, deve avere sempre i piedi per terra. Il Vescovo ne sceglie uno o più tra coloro che ritiene idonei e conferisce la facoltà di esercitare il ministero di esorcista che vale nell’ambito del territorio della sua Diocesi. Io, ad esempio, non potrei esercitare al di fuori”.

Ma non  tutte le Diocesi hanno un esorcista…

“Verissimo. Infatti vengono da me persone sia di Lucca che di Pisa, e anche da altre province toscane come da fuori regione”.

Quanti riti fa? 

“Una media di 3/ 4 al giorno. Ricevo solo su appuntamento, altrimenti fuori dalla Chiesa avrei la fila..”

Il Demonio esiste, come male assoluto, la Chiesa lo riconosce, così come riconosce i riti esorcisti per “combatterlo”. Ma… come si manifesta il Diavolo?

“A parte la tentazione, esistono quattro forme di azione diabolica che sono oggetto di esorcismo: la più grave è la possessione, poi, a scalare, la vessazione, l’ossessione e l’infestazione. Le prime tre riguardano le persone, l’ultima riguarda i luoghi. Non immaginatevi le scene del film L’esorcista, molte sono state oserei dire “esagerate” a scopo cinematografico, ma posso confermare di aver constatato negli indemoniati voci fuori dal normale, lingue antiche ormai desuete, contorsioni e levitazioni”.

“Nella possessione – spiega Padre Enrico – il demonio si appropria di parti o dell’intero corpo e ne dispone. Più mette radici, più è difficile buttarlo fuori. Per liberare il posseduto a volte occorrono anni. Non è detto che il Diavolo se ne vada al primo rito. Ho avuto un caso di un bambino e di una giovane che solo dopo due anni di riti sono riuscito a liberali dal “male”. La vessazione, invece, è un’influenza esterna sul corpo, ad esempio dolori forti, nonostante che dagli esami medici non risulti nessuna patologia,  o sugli affari, con un susseguirsi di fatti negativi. In genere viene trasmessa col malocchio. L’ossessione consiste nel causare o amplificare fino allo spasimo, un pensiero o una preoccupazione e l’ossessionato diventa distratto, insonne e privo di forze. L’infestazione è la presenza del demonio in un luogo, come una casa o una sola una stanza”

La persona isterica, o con problemi psichici, può essere confusa con un posseduto?

“Un esorcista esperto sa distinguere. Personalmente non amo le messe di guarigione di gruppo, il numero di persone presenti possono esaltare il debole di mente. Poi,  non sempre, chi guida queste messe è un sacerdote, e spesso nemmeno esorcista”.

“Quello del Demonio – aggiunge il frate – è un mondo parallelo, invisibile (per questo molti non ci credono, ma esiste) dove il Diavolo sguazza,  e spesso, molto spesso, è legato al mondo delle “fattucchiere”, quelle che su pagamento fanno fatture e legamenti come quello di magia nera, risalente al Medioevo e ancora attuale, del sangue mestruale da far bere alla persona da “ammaliare”. Poi esiste il malefizio più tremendo, il rito sacrificale di un feto abortito, punto con gli spilloni come le bamboline nelle pratiche Vudù,  legato al mondo delle sette e al commercio di organi”. 

Come proteggersi?

“Credere in Dio, pregare, consapevoli che il Diavolo esiste, che odia, che tutto quello che fa lo fa per odio, è vendicativo e se esce da un corpo, o da un luogo, grazie all’esorcista,…poi fa di tutto per rientrare”.

Padre Enrico Di Vita, esorcista (foto di Letizia Tassinari)

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