Marito violento denuncia la psicologa della ex e la fa ‘censurare’ ma il tribunale gli dà torto
Annullato il provvedimento disciplinare dell'Ordine. La perizia della donna aveva portato all'affidamento esclusivo alla madre
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L’ennesimo caso di uomini che non accettano la realtà e le decisioni del partner, reagendo con violenza e manipolazione, fino alla fine e anche oltre, ma con alcuni aspetti particolari e davvero singolari oltre che molto significativi stavolta, tali da poter essere oggetto di studio o di ispirazione per analisi future in vicende simili.
È la storia di un marito violento con condanne passate in giudicato per lesioni e percosse nei confronti dell’ex moglie, che perde anche la causa d’affidamento del figlio minore durante la separazione, e che forse per un’ultima vendetta o ritorsione denuncia la psicologa che seguiva l’ex coniuge e che era stata anche perito di parte durante il burrascoso divorzio. Il consiglio dell’ordine della Lombardia, dove la psicologa risulta iscritta, crede evidentemente alla versione dell’uomo e censura il comportamento della dottoressa, rea di non aver adempiuto ai suoi doveri.
L’uomo infatti aveva raccontato al consiglio dell’ordine di essere stato offeso e calunniato dalla dottoressa nella perizia di parte durante il processo di separazione e divorzio nei due gradi di giudizio, davanti al tribunale di Lucca prima e davanti ai giudici della corte d’Appello successivamente. E inoltre era riuscito a convincere il consiglio dell’ordine milanese che essendo la dottoressa la precedente terapeuta della sua ex moglie avrebbe poi portato in perizia i suoi pregiudizi derivanti dal racconto della donna durante le sedute.
Nel 2021 il consiglio dell’ordine degli psicologi della Lombardia aveva emanato una delibera e la alla dottoressa era stata inflitta la sanzione della censura e, per l’effetto, è stato espresso all’iscritta “formale biasimo circa la mancanza commessa”.
A quel punto è la dottoressa, che lavora in Lucchesia e che aveva seguito la donna vittima di violenze già prima del divorzio, a trascinare l’ordine a cui appartiene in tribunale a Milano e i giudici meneghini le hanno dato pienamente ragione, annullando il provvedimento disciplinare e condannando l’Ordine lombardo a 3800 euro di spese legali. Ma non solo, i giudici vanno ben oltre e nella sentenza pubblicata il 19 luglio scorso a firma dei giudici Monte, Gravagnola e Forlenza scrivono: “L’uomo non dimostra di essersi pentito per tutte le violenze fisiche e non compiute nei confronti delle due ex compagne e nega di aver causato le lesioni documentate da referti medici alla ex moglie e attestate in sentenze passate in giudicato del tribunale di Lucca. La capacità di un genitore dovrebbe essere quella di fare di tutto per salvaguardare l’immagine dell’altro genitore: è il padre e non la madre a ignorare detto precetto. Tale aperta denuncia rende semmai onore alla Psicologa, in linea con l’obbligo di referto, di denuncia, nonché con i dettami dal nostro codice rosso”.
Per i giudici la dottoressa non ha affatto accusato il padre di essere un criminale al solo fine di denigrare o accusare ingiustamente tale figura genitoriale, ma ha doverosamente “messo in guardia” il tribunale e il perito dei giudici circa comportamenti anomali e negativi nei confronti di madre e minore, tali da comportare pregiudizio per la di lui educazione e formazione e del presumibile pericolo per l’incolumità di entrambi”. Nulla che non fosse già a conoscenza dei giudici. L’ennesima vendetta di un uomo violento e non solo fisicamente. Come sempre in casi del genere. Concludono i giudici: “Per tutto quanto rilevato il tribunale ritiene di dover accogliere l’impugnazione avverso il provvedimento disciplinare, per insussistenza dei fatti addebitati”.
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