E’ finito in manette, nella tarda serata di ieri, il tifoso rimasto ferito ieri, 8 gennaio, negli scontri tra ultras della Roma e del Napoli in A1.

Un’ora di tafferugli, una vera e propria guerriglia, con la polizia che era stata costretta a chiudere l’autostrada del Sole nel tratto interessato dai disordini, nella zona dell’area di servizio di Badia al Pino.

I poliziotti della Digos hanno provveduto all’identificazione delle persone che hanno partecipato agli scontri, grazie anche alle immagini dell’impianto di videosorveglianza.

La procura di Arezzo ha aperto un fascicolo d’inchiesta: i reati ipotizzati vanno dall’interruzione di pubblico servizio all’attentato alla sicurezza dei trasporti. Accuse pesanti che potrebbero comportare importanti sanzioni sia amministrative che penali per coloro che hanno partecipato alla “rissa” con tanto di fumogeni e bombe carta, spranghe e bastoni

Circa 350 i tifosi coinvolti

“C’è una differenza abissale tra i tifosi che vanno allo stadio, in casa o in trasferta, per cantare, abbracciarsi, gioire o soffrire per la propria squadra e i delinquenti che si scontrano in una stazione di servizio autostradale, creando problemi alle persone perbene – il commento del ministro per lo Sport Andrea Abodi -.  Non c’è cosa peggiore di definire tifosi quest’ultimi, non c’è errore più grande del fare di tutta l’erba un fascio”.