Toscana seconda in Italia per il reato di peculato

I dati contenuti nel dossier del Viminale

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Reati corruttivi, la Toscana seconda regione italiana per denunce di peculato. Il peculato rappresenta essenzialmente il reato di appropriazione indebita commesso dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio. Questo emerge dal dossier del Viminale sull’anno appena terminato.

Il servizio analisi criminale del ministero dell’interno che ha redatto il dossier elabora studi e ricerche sulle tecniche di analisi, sviluppa progetti integrati interforze, utilizza gli archivi elettronici di polizia e li pone in correlazione con altre banche dati. Monitora, inoltre, i tentativi di infiltrazione mafiosa nelle procedure di appalto di lavori attinenti la realizzazione di grandi opere, grandi eventi, attività di ricostruzione e riqualificazione del territorio. I reati presi in considerazione sono l’abuso d’ufficio, corruzione, peculato e concussione.

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A livello nazionale tenuto conto di tutti i parametri del dossier la Toscana è poco al di sotto dei valori medi italiani e cioè circa 10,03 reati denunciati ogni 100mila abitanti, dove la Toscana ha un parametro di 8,67, in una classifica delle regioni in cui al primo posto c’è il Molise con ben 25,2 denunce ogni 100mila abitanti e all’ultimo posto le Marche con 5 reati ogni 100mila abitanti. Ma se si prende in considerazione il solo reato di peculato la regione Toscana è seconda solo al Molise per numero di reati commessi: 3,60 per ogni 100mila abitanti. Nel report sono riportati i dati per ciascun reato e in Toscana ci sono state 15 denunce per peculato, 10 per corruzione, 10 per abuso d’ufficio e 4 per concussione.

Si legge nel dossier: “Concludendo, l’analisi complessiva dei dati e dei grafici inclusi nel presente lavoro mostra, relativamente alle dodici fattispecie di reato considerate, andamenti oscillanti nel lungo periodo che, tuttavia (con la parziale eccezione dell’abuso d’ufficio e delle fattispecie di peculato che mostrano valori sostanzialmente stabili nei 18 anni), evidenziano una generale tendenza alla diminuzione della specifica delittuosità. Pur dovendo ribadire che, come più ampiamente argomentato in premessa, tali risultanze non possono essere considerate definitive per le particolari caratteristiche di tali fattispecie e la conseguente, indubbia rilevanza della parte sommersa del fenomeno, si ritiene parimenti opportuno evidenziare la coerenza dei dati esposti, che evidenziano un andamento tendenzialmente decrescente nel tempo per i vari indicatori”. Agli stessi risultati era giunto il rapporto della Regione Toscana del mese scorso sulla criminalità regionale. Scriveva infatti il report regionale in merito: “Nel rapporto vengono inoltre individuati 39 episodi di potenziale corruzione. Prendendo in considerazione gli ultimi sei anni, si nota che quasi un terzo rivela casi di “corruzione sistemica”, caratterizzata da un ampio numero di attori coinvolti, circa la metà dei casi riguarda la “corruzione consuetudinaria”, praticata cioè in ambiti più circoscritti di attività politico amministrativa e con un numero limitato di attori coinvolti. Un terzo dei casi infine è riconducibile alla cosiddetta “corruzione occasionale”. Diminuiscono di poco, da 3.777 a 3.659, i procedimenti per reati contro la Pubblica Amministrazione, ponendo la Toscana all’11esimo posto, mentre per peculato è la seconda regione in Italia”.  I dati provinciali saranno disponibili nei prossimi giorni.

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