Condanna definitiva per il re delle truffe con la scusa del falso incidente

L'uomo, 62enne di origine campana, insieme ad altri 4 complici per i giudici è responsabile di una serie di raggiri perpetrati ai danni di persone anziane

Condannato definitivamente il “re delle truffe”.

L’uomo insieme ad altri 4 complici per i giudici è responsabile di una serie di raggiri perpetrati ai danni di persone anziane. La banda di cui il 62enne di origine campane, L.P., è ritenuto il capo, era finita in manette a Lucca nel 2015, colti in flagranza dopo aver sottratto ad una coppia di anziani circa 2800 euro in contanti, con un antico metodo truffaldino che purtroppo riesce a suggestionare persone fragili o avanti negli anni. Per la magistratura infatti la banda selezionava sempre molto attentamente le proprie vittime.

L’uomo all’epoca del suo primo arresto a Lucca era stato trovato in possesso della somma di soldi in contanti, poco prima sottratti alla vittima e aveva affermato alle sue vittime designate, di essere in contatto, per conto della compagnia di assicurazione, con un sedicente maresciallo dei carabinieri che aveva in custodia in caserma il figlio della vittima, reo di aver provocato un grave incidente stradale. Il truffatore, inoltre, dopo una perquisizione era stato trovato in possesso di ulteriori 2700 euro, tutte in banconote da 100 euro, frutto della truffa consumata il giorno prima a Livorno.

Il 23 aprile 2016, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Livorno, su richiesta della procura, polizia e carabinieri aveva arrestato gli altri 4 complici. Per tutti l’accusa era di associazione per delinquere finalizzata alle truffe aggravate. Poi però del capo se ne erano perse le tracce. Dopo un periodo di detenzione, tornato in libertà, si era reso uccel di bosco, e le successive indagini lo localizzarono prima in Messico e poi nel 2018 a Napoli, dove poi è stato arrestato nuovamente. Nel frattempo a suo carico erano emersi altri processi sempre per truffa aggravata sempre tra Livorno, Massa e Lucca.

Due di questi procedimenti giudiziari a suo carico sono divenuti definitivi e il terzo è già passato al vaglio della corte d’Appello di Firenze. Ora per quantificare la pena totale e definitiva che dovrà scontare bisognerà attendere la sentenza del giudice dell’esecuzione che “farà i conti” delle varie pene nei diversi processi e tirerà le file per il computo finale che l’uomo dovrà scontare. Anche gli altri componenti della banda sono stati giudicati colpevoli in differenti processi e con pene diversificate a seconda delle responsabilità emerse in aula e nelle varie sentenze.

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