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Anziana fiorentina rapinata e rinchiusa in casa: arrestati a Genova il falso vigile urbano e tecnico

29 settembre 2022 | 10:00
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Anziana fiorentina rapinata e rinchiusa in casa: arrestati a Genova il falso vigile urbano e tecnico

I due si trovano ora nel carcere di Marassi

I carabinieri di Firenze, all’esito di complessa attività investigativa,  hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip su richiesta della procura.

Le indagini, serratamente condotte dal 14 giugno al 13 luglio scorsi, hanno consentito di identificare due cittadini torinesi, un 49enne ed un 28enne, già noti alle forze dell’ordine, quali responsabili di una rapina aggravata in abitazione ai danni di una 85enne, residente in un condominio di via Nardi, in zona Campo di Marte.

Fulminei e ben pianificati i colpi messi a segno dal sodalizio, disarticolato dai carabinieri mediante minuziose indagini, nel corso delle quali sono stati dettagliatamente ricostruite abitudini, movimenti, modus operandi, raccogliendo gravissimi indizi di colpevolezza.

Dall’inchiesta è emerso che i due indagati, alle prime ore del 14 giugno scorso, sarebbero giunti a Scandicci a bordo di un furgone nel parcheggio dell’ospedale San Giovanni di Dio di Scandicci dove, approfittando dell’affollamento, avrebbero scaricato dal retro del veicolo un motociclo di grossa cilindrata. In sella a quest’ultimo gli indagati si sarebbero pervicacemente dedicati alla ricerca di potenziali vittime per le vie cittadine, che dovevano necessariamente essere anziane, sole ed indifese.

La ricerca degli indagati sarebbe risulta fruttuosa allorquando verso le 10 avrebbero intravisto la propria vittima intenta a rincasare a piedi sola da via Mannelli, con delle buste della spesa. Seguitala discretamente fin sotto casa, gli indagati si sarebbero poi introdotti nel condominio un attimo prima che il portone venisse chiuso dalla donna, continuando a seguirla per le scale sino alla porta dell’appartamento al quarto piano, dove nella circostanza uno dei due si sarebbe qualificato come un incaricato del servizio idrico, lì giunto per eseguire una verifica in seguito ad un segnalato presunto malfunzionamento. Manifestata alla donna la necessità di entrare in casa per controllare i rubinetti, il primo dei complici avrebbe dunque avvisato dell’avvenuto ingresso il secondo uomo che attendeva in strada. Mentre l’anziana donna, ignara del raggiro che le stavano tessendo intorno, veniva invitata a restare vicino al rubinetto in cucina, si sarebbe poi presentato in casa il secondo complice che, vestito da agente della polizia locale, le avrebbe esibito un distintivo da poliziotto con lo stemma della Repubblica Italiana.

Nella circostanza, secondo quanto emerso, proprio la vista dell’uniforme e del distintivo avrebbe indotto la signora a tranquillizzarsi, assecondando le pressanti richieste formulate dai due, certa che la presenza della polizia locale avrebbe fatto desistere dai propri intenti eventuali malintenzionati. Il finto agente di polizia locale avrebbe poi esortato la donna a verificare se i propri preziosi fossero effettivamente in casa, comunicandogli eventuali mancanze: dinanzi al susseguirsi di richieste nervose e pressanti, l’anziana signora, nel frattempo insospettitasi, avrebbe iniziato ad urlare ed a chiedere aiuto ai propri condomini.

I due indagati, per procurarsi la fuga, l’avrebbero dunque violentemente strattonata, spingendola all’interno della cucina e bloccando la porta, lì rinchiudendola e dileguandosi dall’appartamento con preziosi del valore stimato in 60.000 euro circa in sella al motociclo lasciato in strada.

Con il motociclo infine, poi risultato dotato di targhe contraffatte, sarebbero giunti all’0spedale ove, dopo aver caricato il mezzo nel retro del furgone, si sarebbero dileguati con la refurtiva, depistando di fatto le ricerche in atto delle forze di polizia allertate al 112.

Gli indagati, nel corso di una perquisizione. sono stati sorpresi in possesso di vari arnesi atti allo scasso, di una pettorina, un lampeggiante ed un distintivo della polizia locale, nonché di numerose ricetrasmittenti utilizzate per tenersi in contatto radio costante tra di loro mentre avrebbero messo a segno i colpi.

Gli arrestati, localizzati a Genova, sono stati portati al carcere di Marassi.
Il procedimento penale nei loro confronti è tuttora pendente in fase di indagini e l’effettiva responsabilità sarà vagliata nel corso del successivo processo.