“È un complotto, ci schedano, sapranno cosa ho votato”: polemiche ai seggi per il bollino antifrode

Istituito con legge del 2017 è per evitare i brogli e il fenomeno della scheda ballerina

È un complotto”, “Ci schedano”, “Sapranno cosa ho votato“, “Ma la privacy? “E la segretezza del voto?” “Queste elezioni saranno annullate”.

Proteste, polemiche, dubbi – e anche code ai seggi – oggi (25 settembre) per le politiche 2022

La mela della discordia? Il bollino anti frode – stabilito con la legge di riforma elettorale, sia per la Camera che per il Senato, del 2017 – e che prevede che ogni scheda sia dotata di un apposito tagliando rimovibile con codice progressivo alfanumerico generato in serie, che deve essere rimosso a cura del presidente del seggio dopo che l’elettore ha espresso il voto e conservato dagli uffici elettorali di sezione prima dell’inserimento della scheda nell’urna. Il presidente di seggio, all’atto della consegna delle schede all’elettore, annota sulla lista sezionale il codice alfanumerico del tagliando. Bollino che, però, non viene inserito nell’urna elettorale.

Un sistema, questo, che sicuramente ha rallentato le operazioni di voto, ma che, è bene sottolinearlo, non permette di profilare l’elettore Il tagliando antifrode, infatti, viene custodito nelle buste in dotazione al seggio, che, poi, vengono inviate al tribunale competente per evitare che i tagliandi vengano manomessi, ma non viene associato alle schede elettorali.

Quanto previsto dalla legge del 3 novembre 2017 è per evitare che si verifichino brogli e il fenomeno della “scheda ballerina”, nota pratica illegale che prevede la sostituzione della scheda elettorale all’interno della cabina con una vidimata e compilata che viene inserita nell’urna al posto di quella consegnata al seggio.

Il bollino è stato fatto per evitare quei casi come ad esempio per le elezioni amministrative del 2015 di Viareggio quando sparirono 675 schede elettorali vidimate prima dell’apertura dei seggi e che  non erano presenti all’appello.

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