Omicidio di Niccolò Ciatti, processo in Spagna. Il padre: “Assassino”

Per la difesa non fu omicidio volontario ma preterintenzionale

La rabbia manifestata dal padre di Niccolò Ciatti, Luigi, prima di entrare in aula, all’apertura del processo in Spagna, è quella di un padre ferito da una profonda ingiustizia.

E’ iniziato oggi, 30 maggio, il procedimento contro Rassoul Bissoultanov, l’uomo accusato di omicidio doloso per aver ucciso Niccolò nel 2017 in una discoteca di Lloret de Mar  e il padre Luigi, per la prima volta, lo ha visto in faccia. L’uomo, distrutto dalla morte del figlio, si augura una condanna esemplare e una pena massima e gli ha detto apertamente che è un assassino.

Un incontro fuori dal palazzo di giustizia spagnolo, dove l’imputato, un ceceno di cittadinanza russa, è arrivato assieme a Movsar Magomedov, accusato dalla famiglia Ciatti di esser stato complice.

“In tutta sincerità, spiega il Sindaco di Firenze e della Città Metropolitana Dario Nardella _  “capisco la rabbia di Luigi. Niccolò, suo figlio, è stato ucciso brutalmente cinque anni fa in una discoteca a Lloret del Mar. Questa lunga ed estenuante attesa di giustizia è una vera e propria tortura psicologica ed emotiva per qualsiasi genitore che perde il proprio figlio lontano da casa e in circostanze così drammatiche. Conosco bene tutta la famiglia Ciatti e ammiro la loro compostezza e dignità. Per questo mi sento di ribadire a Luigi e alla sua famiglia tutta la mia vicinanza e quella dell’Amministrazione che rappresento soprattutto in un momento come questo, nel quale anche lo sfogo è un sentimento umano comprensibile. Caro Luigi non mollare. La città e i fiorentini sono al tuo fianco. Il Paese è al tuo fianco in questa lunga traversata del deserto che alla fine – sono fiducioso – ci porterà giustizia e un po’ di serenità”.

La difesa di Rassoul Bissoultanov chiede la condanna per omicidio preterintenzionale: secondo il legale il calcio in faccia che provocò la morte di  Ciatti non gli fu dato dall’accusato con l’intenzione di ucciderlo. In questo caso la pena non supererebbe 4 anni. L’accusa ha invece chiesto una pena di 24 anni di carcere e 9 di libertà vigilata. 

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