Vaiolo delle scimmie, circolare del ministero della salute: vaccino e quarantena

Alto il rischio di trasmissione da sesso

Mentre sono saliti a 6 i casi di vaiolo delle scimmie in Italia, 5 a Roma e uno in Toscana, ad Arezzo è pronta la circolare del ministero della Salute, a firma del direttore generale Giovanni Rezza, in cui si dispone di considerare la vaccinazione antivaoiolosa per i contatti a rischio e i sanitari.

Vaccinazione post-esposizione

“Idealmente entro 4 giorni dall’esposizione al virus del vaiolo delle scimmie – si legge nel documento – può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici”.

Antivirali per casi gravi

“L’adozione di contromisure di tipo medico farmacologico, inclusi specifici antivirali – prosegue la circolare- può essere presa in considerazione nell’ambito di protocolli di uso sperimentale o compassionevole, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o che possono essere a rischio di scarsi risultati, come le persone immunodepresse”.

Quarantena

“In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure di quarantena.

Stop alle donazioni di sangue per i contatti asintomatici

La circolare spiega anche che “i contatti asintomatici non devono donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono sotto sorveglianza. I contatti devono essere monitorati  quotidianamente per l’insorgenza di segni/sintomi per un periodo di 21 giorni dall’ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo. Tra i sintomi includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere, astenia, eruzione cutanea e linfoadenopatia”. La raccomandazione quella di “evitare contatti con persone immunodepresse, donne in gravidanza e bambini di età inferiore ai 12 anni”.

Il tracciamento dei contatti 

“Permette la rapida identificazione di nuovi casi – precisa la circolare – di interrompere la trasmissione del virus e contenere l’epidemia. Permette inoltre di identificare precocemente e gestire eventuali contatti a rischio più elevato di sviluppare una malattia grave. Vanno considerati diversi contesti, tra cui famiglia, posto di lavoro, scuola/asilo nido, contatti sessuali, assistenza sanitaria, trasporti, sport, incontri sociali e qualsiasi altra interazione ricordata. Gli elenchi delle presenze, le liste passeggeri, ecc. possono essere ulteriormente utilizzati per identificare i contatti”.

Alto il rischio di trasmissione da sesso

Anche in assenza di viaggi in zone endemiche, si considera che la probabilità di un’ulteriore diffusione del virus attraverso un contatto stretto – si legge – ad esempio durante le attività sessuali, è considerata alta. La probabilità di trasmissione tra individui senza contatto stretto è considerata bassa”.

Come avviene il contagio 

“Avviene attraverso il contatto stretto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee di una persona infetta, nonché attraverso droplet in caso di contatto prolungato faccia a faccia e attraverso fomiti. Inoltre, il virus può essere trasmesso per contatto diretto con i fluidi corporei di una persona infetta, il contatto di mucose o cute non intatta con lesioni esantematiche aperte o con oggetti contaminati come fomiti o indumenti”.

Possibile trasmissione del virus ad animali da compagnia

Quanto alla trasmissibilità del virus agli animali domestici il Ministero spiega che “attualmente, si conosce poco sull’idoneità delle specie animali europee peri-domestiche (mammiferi) a fungere da ospite per il virus del vaiolo delle scimmie. Tuttavia, si sospetta che i roditori, e in particolare le specie della famiglia degli Sciuridae (scoiattoli), siano ospiti idonei, più dell’uomo, e la trasmissione dall’uomo agli animali (da compagnia) è quindi teoricamente possibile”. 

Come e cosa disinfettare

La circolare spiega “i poxvirus della malattia del vaiolo mostrano una straordinaria resistenza all’essiccazione e una maggiore tolleranza alla temperatura e al pH e pertanto i materiali provenienti da pazienti infetti (ad esempio, croste cutanee) o fomiti (ad esempio, lenzuola) rimangono infettivi per lungo tempo. I poxvirus sono sensibili ai comuni disinfettanti”.

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