Attenzione al Vermocane, avvistato anche nell’Arcipelago Toscano foto

E' una specie urticante: se toccato, è in grado di iniettare una tossina causa di bruciore, eritema e parestesia anche nell'uomo

Il cambiamento globale e l’aumento generale della temperatura delle acque marine stanno causando uno spostamento verso i poli nella distribuzione delle specie. Nel Mediterraneo, il continuo riscaldamento del mare sta favorendo alcune specie autoctone subtropicali portandole verso lo stato di invasive. Questi “invasori nativi” sono sempre stati presenti nei settori centro-orientali del Mediterraneo, più caldi, ma oggi stanno colonizzando anche settori nordoccidentali che, a causa del riscaldamento, stanno diventando sempre più adatti a queste specie.

Tra gli invasori nativi vi è il Vermocane o verme di fuoco (nome scientifico Hermodice carunculata). Si tratta di una specie di Polichete (anellide marino) di grandi dimensioni: gli adulti raggiungono spesso i 30 centimetri, e gli esemplari più grandi possono arrivare fino a 70.

Come suggerisce il nome comune è una specie urticante: se toccato, è in grado di iniettare una tossina causa di bruciore, eritema e parestesia anche nell’uomo. Queste sue capacità erano conosciute fin dai tempi di Aristotele, che lo chiamava “Scolopendra marina”. Oggi le categorie più esposte sono i subacquei, i pescatori e i bagnanti che frequentano coste rocciose.

Il vermocane ha una dieta molto varia, spesso si nutre di organismi morti o moribondi ma è capace di attaccare e consumare svariate specie di invertebrati marini: ricci di mare, stelle marine e gorgonie sono solo alcune delle sue prede. Informazioni su ecologia e distribuzione del vermocane sono disponibili in uno  studio dell’Università di Modena e Reggio Emilia, pubblicato su Mediterranean Marine Science, Ecology, distribution and expansion of a Mediterranean native invader, the fireworm Hermodice carunculata (Annelida).

In Italia il vermocane è un tipico abitante delle coste ioniche e dell’Adriatico meridionale, ma da diversi avvistamenti si sono verificati in località più settentrionali lungo le coste del Tirreno Centrale suggerendo che sono in corso aumenti di densità ed espansione dell’areale coerenti con il trend di riscaldamento delle temperature superficiali del bacino.

In Toscana le prime sporadiche segnalazioni riguardavano l’Isola di Giannutri e risalivano al 2014. Nell’estate 2021 alcuni subacquei hanno osservato la sua espansione sia in termini demografici sia di areale: oltre a essere presente a Giannutri, il Vermocane ha raggiunto infatti l’Isola delle Formiche di Grosseto.

La raccolta di informazioni sulla distribuzione, l’abbondanza e il comportamento del Vermocane mentre si alimenta di coralli, gorgonie, stelle marine e altre specie chiave, insieme a segnalazioni di punture, è fondamentale per prevedere quali potranno essere i possibili impatti sugli ecosistemi costieri e l’evoluzione del rapporto uomo-verme di fuoco.

Queste informazioni possono essere ottenute coinvolgendo le persone in attività utili e divertenti anche per loro come quelle di ricerca partecipata.

I Vermocani sono un ottimo soggetto per la fotografia subacquea perché sono relativamente lenti e non hanno paura dell’uomo; quindi, si trovano spesso ben esposti sui fondali. Ma soprattutto sono “belli”. Mantenendosi a distanza di sicurezza è possibile godere della loro colorazione di avvertimento, caratterizzata da strisce gialle, branchie arancioni e ciuffi di setole bianche. Anche al buio sono spettacolari perché diventano fluorescenti alle luci UV.

Tutti sono invitati a documentare e segnalare gli avvistamenti tramite la pagina Facebook “monitoraggio Vermocane”.

Chiunque può contribuire fornendo fotografie con data, luogo e profondità dell’avvistamento.

Il professor Roberto Simonini del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia, impegnato da anni nella ricerca scientifica e in questo progetto di scienza partecipata, sottolinea che “la collaborazione dei cittadini e dei subacquei che hanno segnalato fino ad oggi è stata utilissima e testimonia l’importanza del contributo diretto del pubblico nell’aiutare la ricerca scientifica. Nel 2021 le segnalazioni sono state 218, più del doppio di quelle che avevamo raccolto ogni anno dal 2015 al 2019. ”

Nella pagina Facebook per segnalare gli avvistamenti è presente anche un questionario (anonimo) riguardo i siti di avvistamento dei Vermocani ed il loro comportamento.

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