Armi: le istruzioni della questura di Grosseto su cosa fare se trovate e come custodirle foto

Diverse le ipotesi anche in caso di eredità

La questura di Grosseto fornisce istruzioni su cosa fare in caso di ritrovamento di armi e come diventarne detentori legittimamente

Ho trovato due vecchi fucili nella soffitta della casa di mio padre o nel fabbricato del terreno agricolo di mio nonno, deceduto qualche mese fa, non sono però riuscito a trovare le denunce di detenzione. Cosa devo fare? Quali autorità devo avvertire?

Sono queste le domande più frequenti ricevute dal personale della divisione amministrativa e sociale.

Il rinvenimento di armi, in qualunque luogo, va immediatamente comunicato all’autorità di pubblica sicurezza. È bene tenere presente che le armi non vanno assolutamente spostate, rimosse o portate altrove perché le armi rinvenute potrebbero essere clandestine, alterate, da guerra oppure essere state utilizzate quale mezzo per commettere un reato, addirittura cariche e quindi pericolose per chi le maneggia incautamente; piuttosto, si deve aspettare sul posto l’arrivo delle forze dell’ordine.

Nella maggior parte dei casi però potrebbe trattarsi di un semplice rinvenimento di armi, in questo caso l’erede deve subito informare le autorità, seguendo le successive indicazioni. Se è titolare di porto d’armi, potrebbe essere autorizzato dalle forze di polizia a mettere in sicurezza le armi e a recarsi nella più vicina caserma per denunciarne l’acquisto quale successore, presentando la denuncia di detenzione del defunto. Quindi, effettuata la denuncia, potrà trasportare le armi presso il proprio domicilio. Se, invece, non è titolare di porto d’armi, deve obbligatoriamente aspettare l’arrivo della polizia che prenderà le armi e gli indicherà un termine per acquisire il nulla osta all’acquisto (o una licenza di porto d’armi) per poter ricevere egli stesso le armi, oppure lo inviterà a trasferire le armi ad un soggetto legittimato (titolare di licenza di porto d’armi). A questa procedura si aggiunge l’obbligo dal 2015, per tutti coloro che voglio detenere armi da sparo privi di una valida licenza di porto d’armi, di possedere un certificato medico, con validità quinquennale, attestante l’idoneità psicofisica che escluda la presenza di malattie mentali o situazioni che possano diminuire anche temporaneamente la capacità di intendere e di volere.

Mentre, chi è titolare di porto d’armi, uso caccia e per tiro sportivo con validità di cinque anni, e nella provincia di Grosseto sono circa undicimila cittadini, ha già dimostrato di avere la capacità psicofisica oltre che la competenza nel maneggio delle armi.

Chi rinviene un’arma nelle sue proprietà potrà anche scegliere di cederla, ma solo ad un soggetto legittimato a detenerla, o mandarla alla distruzione; in tal caso la questura provvede direttamente alla custodia.

Nell’ipotesi, infine, che l’erede non ritrovasse la denuncia di detenzione delle armi fatta a suo tempo dal defunto, la questura provvede agli accertamenti del caso e laddove non si riuscisse a documentarne la provenienza, l’autorità  provvede al ritiro delle armi e al versamento presso le caserme militari per la loro distruzione.

Ovviamente la polizia di Stato svolge di iniziativa controlli a tutti i detentori al fine di assicurare la permanenza del requisito dell’affidabilità psicofisica mediante un certificato medico rilasciato da un medico legale dell’Asl, da un medico militare, della polizia di Stato o dei vigili del fuoco in servizio attivo.

Negli ultimi anni la divisione polizia amministrativa ha infatti inviato ai circa 1800 detentori di armi della città di Grosseto, privi di una licenza di porto d’armi in corso di validità, una comunicazione con la quale sono stati sollecitati ad assolvere all’obbligo di produrre la certificazione medica, pena la possibilità di un successivo provvedimento del Prefetto per l’applicazione del divieto detenzione armi.

Ad oggi dei destinatari dell’avviso, il 70 % dei quali persone ultrasettantenni e tra di esse molte donne che avevano tenuto in ricordo la doppietta del defunto marito, alcuni hanno aderito alla norma, dotandosi di certificato medico, mentre altri, la maggioranza, hanno inteso disfarsi dell’ingombrante presenza cedendo le armi a parenti o amici in possesso di regolare porto d’armi/nulla osta o in alternativa manifestando la volontà che venissero rottamate.

Per venire incontro a questi ultimi, la polizia di Stato ha organizzato un servizio mirato recandosi direttamente al domicilio del cittadino, il quale ha potuto consegnare le armi in modo sicuro e del tutto gratuito. Questa attività è costante e permane pertanto l’invito a tutti coloro che, in modo del tutto occasionale, rinvengono armi nelle soffitte, nelle cantine o in abitazioni o terreni agricoli i cui proprietari sono deceduti, di contattare la Questura per regolarizzare la propria posizione e non incorrere in sanzioni anche di natura penale.

Ad oggi, questa iniziativa ha permesso di ritirare ed acquisire 1900 armi lunghe e corte, di cui 1300, dopo l’iter di legge, sono state trasportate, attraverso un vero e proprio servizio di scorta con mezzi specializzati, al Comando Logistico Militare di Milano e Padova, che ha provveduto alla loro materiale e definitiva distruzione. 200 sono state escluse dalla rottamazione perché la Soprintendenza dei beni artistici e paesaggio di Siena le ha ritenute di interesse storico/artistico, in quanto ad esempio fabbricate prima del 1890, mentre 400 sono tutt’oggi custodite in Questura per essere sottoposte a perizie tecniche.

Sono state infine distrutte 25.000 munizioni e 16 chili di materie esplodenti.

Durante i controlli domiciliari è capitato di constatare una certa carenza nella custodia dell’arma o parti di essa, da alcuni, ad esempio, considerata alla stregua di un comune soprammobile da tenere in bella mostra sul mobile del salotto, da altri la canna di un fucile è stata utilizzata con successo come sostegno alla crescita delle piante di pomodoro nell’orto adiacente casa.

La conservazione delle armi è invece disciplinata da norme specifiche e dettagliate che impongono la custodia con ogni diligenza nell’interesse della sicurezza pubblica e in caso di inadempienza si corre il rischio di essere denunciati all’Autorità Giudiziaria, mentre in altri casi il Questore può imporre di adottare particolari ed efficienti sistemi di sicurezza (sistema di allarme cassaforte, armadio blindato).

La divisione amministrativa della questura di Grosseto rimane comunque a disposizione dei cittadini per qualsiasi dubbio o informazione in una materia così complessa e al tempo stesso delicata della tenuta delle armi.

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