Studenti morti durante l’alternanza scuola – lavoro, la Cgil: “Il sistema va rivisto”

Intervento del sindacato dopo la morte di un altro studente
“La notizia di ieri di un altro studente morto in formazione scuola-lavoro ci dice che la misura è colma. Non dovevamo arrivare a tanto, non dovevamo vedere morire due giovani in pochi giorni per dire che il sistema dei Pcto e della formazione scuola-lavoro non funziona e va radicalmente cambiato”.
Lo afferma la Cgil.
“Per evitare il proseguire di questa che sta diventando una vera e propria e strage è indispensabile che, in via preventiva, il ministero sospenda tutti i percorsi di alternanza – spiega il sindacato – Si apra un periodo di ascolto e confronto con le organizzazioni sindacali e studentesche, a tutti i livelli, in modo che gli studenti e le studentesse siano protagonisti e possano raccontare le loro esperienze e costruire percorsi adatti alle loro aspettative”.
“Siamo convinti che – conclude la sigla sindacale – l’alternanza scuola lavoro debba essere una possibilità ma non un obbligo e debba potersi svolgere all’interno degli istituti potenziando i laboratori d’aula e le sperimentazioni educative; in nessun caso gli studenti possano essere messi a lavorare e che quindi eventuali laboratori esterni possano essere previsti sono nelle aziende che hanno al loro interno centri di formazione all’altezza; sia utile educare alla cultura del lavoro e dei diritti e che quindi in generale l’alternanza si debba svolgere in classe portando esperienze sindacali e di impresa. Per questo come Cgil e Rete ci adopereremo per costruire insieme iniziative e assemblee sul tema della alternanza”.