
Il comune e la sindaca: “Solidarietà alla famiglia, stop all’antisemitismo”
Aggredito, insultato, preso a calci e sputi.
E’ il racconto di un padre che, questa mattina (25 gennaio) ha chiamato il comune per mettere a conoscenza il sindaco di quanto accaduto a suo figlio, un ragazzini di soli 12 anni, al parco Altobelli di Venturina Terme, domenica scorsa, nel pomeriggio.
Ad aggredirlo, secondo quanto riferito dal genitore, sarebbero state due 15enni, e il motivo il fatto che il 12 enne è ebreo.
“Sconcerto, commozione e solidarietà – scrive sulla pagina social il comune – da chi ha raccolto la telefonata a seguito della quale la sindaca si è messa in contatto con il padre del bambino”.
“Una situazione incredibile, da pelle d’oca – commenta il primo Alberta Ticciati -, sembra di essere ripiombati nei tempi più bui della storia del nostro paese. L’amministrazione comunale non intende sottacere o banalizzare quanto accaduto che è di una gravità inaudita. Abbiamo invitato la famiglia a fare i propri passi. Mi confronterò tra oggi e domani con le forze dell’ordine e la scuola e faremo il possibile perché la cosa non venga archiviata e banalizzata. Il fatto che nel 2022 succeda una cosa tale in una realtà come la nostra è di una gravità massima che va indagata, approfondita, compresa, e fortemente stigmatizzata”.
L’amministrazione comunale esprime solidarietà al ragazzo e alla sua famiglia. “Tutta la nostra comunità è con loro. Contro la violenza, contro la discriminazione, contro l’orrore che questi atti suscitano. Stop all’antisemitismo”.
“Razzismo e antisemitismo covano tante volte sotto le ceneri. Per questo non possiamo permetterci di sottovalutare alcun gesto, anche se fossero solo parole uscite per un attimo fuori di senno. Ancor meno possiamo chiudere gli occhi quando alle parole si somma, come in questo caso, la violenza”.
Il presidente della Toscana Eugenio Giani commenta così l’episodio, riportato dai media toscani, che ha visto protagonista a Campiglia Marittima in provincia di Livorno un bambino di dodici anni, aggredito, insultato e preso a calci e sputi da due ragazzine poco più grandi di lui, quindicenni. “Tu devi stare zitto perché sei ebreo e devi morire nel forno” lo avrebbero aggredito le giovani, secondo quanto riferito dal padre.
“Si tratta di un episodio grave – prosegue Giani – E il fatto che sia accaduto in Toscana, dove molto e da anni abbiamo investito sulla memoria e sul racconto alle nuove generazioni di quello che è successo nei campi di sterminio, ci insegna che il vaccino contro razzismo e discriminazioni ha bisogno di richiami continui”.
“Davanti a questo ed altri episodi simili non possiamo chiudere gli occhi. Mai – ripete l’assessora alla cultura della Memoria della Toscana, Alessandra Nardini – Ottanta e più anni fa in Germania come in Italia le persecuzioni e le discriminazioni degli ebrei, ma anche degli omossessuali, delle persone con handicap, rom e sinti, oppositori politici e di tutti coloro che furono etichettati come ‘diversi’, si poterono realizzare anche a causa dell’indifferenza. Coltivare la Memoria è essenziale per combatterla”. “La memoria, per dirla con il linguaggio della pandemia – conclude – è il vaccino più potente che abbiamo e sono orgogliosa che in Toscana in questi venti anni si siano realizzate più edizioni del treno della memoria, intervallate dal grande meeting”. “Tante studentesse e tanti studenti toscani – conclude – hanno potuto così vedere con i propri occhi i luoghi di quegli orrori ed ascoltare le parole dei testimoni di quelle persecuzioni. Proprio questa mattina abbiamo presentato il programma del Giorno della Memoria 2022, un impegno che si rinnova ogni anno”. Viaggi e meeting sono eventi non improvvisati. La Regione li organizza infatti formando le insegnanti e gli insegnanti, che a loro volta preparano studentesse e studenti con approfondimenti in classe. Conoscenza e coinvolgimento, anche emotivo, sono le parole chiave: un lavoro ampio ed articolato per cercare di capire cosa è successo, fornendo gli strumenti utili per decifrare il passato (ma anche il presente). E il successo lo si vede negli occhi e nelle parole delle ragazze e dei ragazzi, al ritorno sempre diversi rispetto alla partenza. Dal 2002 al 2019 in Toscana sono stati organizzati undici treni: tutti gli anni fino al 2005 e ad anni alterni successivamente, intervallati dal 2006 dai meeting al Mandela Forum di Firenze con ottomila studentesse e studenti da tutta la Toscana. Gli incontri sono proseguiti anche durante la pandemia, con ragazze e ragazzi collegati in videoconferenza. Come accadrà quest’anno, nella mattina del 27 gennaio.
“Quanto accaduto a Campiglia Marittima lascia senza parole. Non ci sono giustificazioni per la violenza fisica e l’odio nelle parole delle due ragazzine che hanno picchiato e offeso un loro coetaneo perché ebreo.
Torna a riecheggiare, proprio nella settimana dedicata alla memoria della shoah, il fantasma dell’odio razziale.
Un fatto di gravità estrema che racconta di un lavoro contro la cultura dell’odio che deve essere portato avanti con forza e di cui anche la politica deve essere protagonista combattendo e respingendo ogni tentativo di rigurgito del passato – così la segretaria del Pd toscano, Simona Bonafè, e Simone De Rosas, segretario del Pd Valdicornia Elba – Sappiamo bene quanti ragazzi nella nostra regione siano stati sensibilizzati nelle scuole, dall’Anpi e dalle altre associazioni, con iniziative come il treno della memoria. Da parte nostra, insieme alla solidarietà al bambino vittima di discriminazione, ingiurie e violenza e alla sua famiglia, la consapevolezza che finché ci sarà anche solo una vittima di discriminazione, la battaglia contro l’odio non sarà pienamente realizzata”.
“Lascia senza parole l’episodio avvenuto domenica pomeriggio in un parco del comune di Campiglia Marittima dove un bambino di 12 anni è stato preso a calci e sputi da due 15enni perché ebreo – le parole di Manfredi Potenti, deputato toscano della Lega-Salvini Premier -, Voglio esprimere la mia solidarietà e vicinanza al bambino e alla sua famiglia vittime di un gesto inqualificabile di intolleranza. Alle due ragazzine responsabili di quanto accaduto farebbe bene acquisire consapevolezza della bestialità rappresentata dall’antisemitismo. A tale scopo consiglierei come forma riparatoria che i genitori accompagnino questi minori alla visita di un campo di concentramento come Mauthausen, per misurarsi faccia a faccia con la drammaticità della storia. Sono disponibile a contribuire per pagar loro il biglietto, di persona. Di fronte ad un caso come questo è necessario puntare sull’educazione civica”.