Barricati nell’appartamento con la pistola, una vicina: “Prigioniera in casa mia per 8 lunghe ore”

Silvia: "Grazie al lavoro della polizia nessuno si è fatto male ma la paura è stata tanta"

“Sono stata prigioniera a casa mia per 8 lunghe ore”.

E’ la testimonianza di Silvia, una vicina di casa di Gianluigi Ragoni e del padre Adelmo, carabiniere in pensione, 90enne, che lo scorso 19 gennaio hanno tenuto in ostaggio una intera strada, via Boheme, a Torre del Lago. 

I due, come noto, sono stati arrestati dai Nocs, dopo l’irruzione nell’appartamento, avvenuta poco prima delle 22 dopo i vari tentativi di mediazione da parte della polizia, andati a vuoti. Per entrambi l’accusa è di tentato omicidio e detenzione illegale della pistola.  I due colpi sparati, attenuati dalla porta, hanno ferito un vigile del fuoco che era intervenuto in ausilio del 118 per eseguire un accertamento sanitario obbligatorio.

Padre e figlio, sono, il primo ai domiciliari, vista l’età avanzata, e il secondo in carcere a Massa. Oggi pomeriggio per entrambi, difesi dall’avvocato Gianluigi Coletta di Pisa.  è stato fissato l’interrogatorio di garanzia.

“Non sono potuta uscire per andare a lavorare – spiega alla nostra redazione Silvia, che lavora per l’agenzia immobiliare Sole nella frazione pucciniana –, avevo anche appuntamenti importanti che ho dovuto, mio malgrado, spostare. Mi sono tranquillizzata un pò quando la polizia ci ha informati di aver staccato luce e gas nel loro appartamento”.

“Sono state scene da film – prosegue – , col timore che potesse succedere di peggio. I Nocs, gentilissimi, si sono scusati mille volte per il disturbo. Per accedere al terrazzo dei Ragoni hanno dovuto sfondare la rete del mio giardino, e posizionare la scala per salire senza essere visti. In pratica la mia casa era diventata una sorta di base logistica per la polizia, gli ho fatto usare anche il mio bagno. Quando hanno fatto deflagrare le due bombe assordanti non nascondo che ho avuto paura, eravamo tutti al buio, la corrente elettrica era infatti stata staccata in tutto l’isolato”.

“Mio figlio, 22 enne, era uscito di casa poco prima di pranzo – aggiunge – e fino a dopo il blitz non è potuto rientrare”. 

“Se in passato il figlio non aveva mai destato in noi vicini di casa preoccupazioni – conclude – negli ultimi giorni era diventato più fastidioso, e violento, ma mai avrei pensato che la situazione potesse degenerare in quello che invece, purtroppo, è accaduto. Anche se per fortuna, e grazie al lavoro della polizia, nessuno si è fatto male”. 

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