Sanità, stop allo stato di agitazione: accordo siglato con la Regione

Nella notte confronto con Giani e Bezzini

Nella notte, dopo alcune ore di confronto a tratti animato, le segreterie di Cgil, Cisl e Uil  della Toscana hanno raggiunto con il presidente della Regione Giani e l’assessore Bezzini una importante intesa che pone fine allo “stato di agitazione” del personale del Servizio sanitario regionale, che durava da più di tre mesi. L‘accordo siglato trova punti di intesa sulle problematiche più urgenti che investono il personale della sanità toscana, a partire da quella delle dotazioni organiche e delle assunzioni necessarie a garantire i servizi.

“Si concorda infatti di avviare un percorso di verifica dei fabbisogni di personale basato sulle effettive esigenze dei servizi ospedalieri e territoriali: questo consentirà di giungere alla definizione dei programmi di assunzione aziendali coerenti con il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza, con l’esigenza di garantire il turnover, con le previsioni del Pnrr, con le numerose problematiche organizzative esistenti, con l’andamento della fase emergenziale – spiegano i sindacati – . L’accordo raggiunto supera definitivamente, anche a fronte delle ultime determinazioni della direzione Sanità della Regione che di fatto poneva limiti lineari, la situazione di blocco degli organici in essere dalla scorsa estate. La definitiva introduzione di procedure di mobilità interaziendale gestite in ambito regionale da Estar è un altro punto assai rilevante dell’intesa. Si tratta di un’innovazione molto significativa che consente di governare i processi di mobilità sia volontaria che per interscambio finalmente attraverso regole certe, snelle eque e soprattutto in grado di dare risposte a quei lavoratori cosiddetti “fuori sede”, che potranno accedere a soluzioni concrete di avvicinamento ai luoghi di residenza”.

“L’altra grande questione affrontata dall’accordo regionale – proseguono – è quella riferita alle risorse aggiuntive contrattuali regionali (articolo 81 del contratto collettivo nazionale): nel 2021 abbiamo subito la mancata erogazione dei relativi fondi al personale sanitario di tutta la Toscana, e con l’accordo di stanotte si ottiene la garanzia di recupero delle somme pregresse nel corso del 2022″.

“Infine – concludono – le parti firmatarie hanno formalizzato un posizionamento comune verso i livelli nazionali (governo e parlamento) finalizzato a richiedere l’effettiva copertura dei costi eccezionali dovuti all’emergenza Covid, riconosciuti dallo Stato fino ad oggi in modo estremamente parziale e tale da determinare le difficoltà finanziarie nelle quali versa attualmente il Fondo Sanitario della Regione Toscana”.

I sindacati convocheranno nelle prossime ore unitariamente i loro organismi dirigenti regionali per ratificare l’accordo raggiunto e ritirare formalmente lo stato di agitazione dei lavoratori del Servizio sanitario regionale.

L’intesa nel dettaglio

“Con ieri sera abbiamo tutte le condizioni per poter dire chiuso l’accordo con le organizzazioni sindacali Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl regionali sulla sanità toscana, con il quale termina lo stato di agitazione del personale del servizio sanitario regionale”.

L’annuncio è del presidente della Regione, Eugenio Giani, che questa mattina ha illustrato l’intesa

Alla base dell’intesa, alcuni obiettivi condivisi tra Regione e organizzazioni sindacali: difendere e consolidare il sistema sanitario pubblico e universalistico della Toscana; la necessità e l’urgenza di promuovere una forte azione nei confronti del governo e del parlamento per ottenere ulteriori risorse finanziarie finalizzate al rimborso totale delle spese Covid nell’anno 2021 e per sostenere il prosieguo delle attività di contrasto alla pandemia nei prossimi mesi; l’esigenza di rilanciare un modello di relazioni fondato su un confronto periodico per la condivisione degli obiettivi di rafforzamento della sanità pubblica in un quadro che garantisca l’equilibrio economico-finanziario del bilancio sanitario regionale.

“L’accordo – spiega Giani – prevede punti qualificanti. In primo luogo, il riconoscimento di un’indennità insieme a una politica di assunzioni graduata e concertata. È evidente – prosegue  – che lo faremo con grande attenzione, in armonia con quelle che sono le esigenze del nostro bilancio, che è sotto osservazione”. Mi preme sottolineare – aggiunge – che non esiste un blocco delle assunzioni, ma una valutazione progressiva delle necessità del personale, per garantire un servizio efficiente di sanità pubblica”.

Inoltre, nell’ambito del confronto, si procederà a verifiche su fabbisogno di personale e capacità di lavoro “alla luce dello sviluppo che avremo con il Pnrr per attività che sono a servizio del territorio”. Su quest’ultimo punto, il presidente si riferisce alle “Case di comunità, che superano quello che sono oggi le Case della salute in Toscana, gli ospedali di comunità ossia le strutture per cure intermedie e di riabilitazione, le centrali operative territoriali, che rappresentano l’evoluzione dei distretti”.

“Sono molto soddisfatto di quello che l’intesa può rappresentare per i lavoratori, che vanno valorizzati e motivati, per affrontare al meglio delle nostre possibilità la sfida del Covid”, ha concluso Giani, augurandosi che “l’intesa possa essere confortata dalla base sindacale di rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil”.

“Regione e sindacati sono insieme nel chiedere al Governo il rimborso delle spese Covid e l’irrobustimento del fondo sanitario nazionale per garantire i livelli essenziali di assistenza, ridurre le liste di attesa e assicurare la dotazione di personale necessaria per i nuovi modelli di organizzazione territoriale previsti dal Pnrr – spiega l’assessore Simone Bezzini -. La pressione sul sistema sanitario è stata ed è altissima e il peso che ne deriva non può essere scaricato solo sulle Regioni. Serve urgentemente un tavolo tra Regioni, ministero della salute e Mef. Su questo la Conferenza delle Regioni assumerà nuove iniziative nei prossimi giorni e sarà fondamentale che ciò venga accompagnato anche dalla mobilitazione delle parti sociali. È una battaglia comune indispensabile per fronteggiare adeguatamente gli effetti della pandemia e tutelare la funzionalità della sanità pubblica, in un quadro di equilibrio economico e finanziario. La Regione da parte sua ha già stanziato ingenti risorse aggiuntive per sostenere il sistema sanitario e ciò deve essere fatto anche dal governo. Teniamo presente che la Toscana ha affrontato la pandemia assumendo migliaia di operatori, prevalentemente con contratti a tempo indeterminato. L’intesa con i sindacati è importante anche per altri aspetti, perché riconosce la necessità di una attenta e condivisa programmazione dei fabbisogni, perché trova punti di sintesi su mobilità per interscambio, mobilità volontaria, stabilizzazioni, fondi contrattuali. Si punta anche a migliorare le relazioni sindacali dando continuità ai momenti di confronto”.

 

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