Esplosione e incendio alla raffineria Eni di Stagno. Arpat: “Nessun rischio” foto

La lunga colonna di fumo nero visibile a distanza di chilometri

Un boato ha scosso Livorno. Prima l’esplosione, poi le fiamme, divampate oggi (30 novembre) nel primo pomeriggio in un impianto forno hot oil all’interno della raffineria Eni di Stagno. La lunga colonna di fumo nero era ben visibile a distanza, anche nei comuni vicini alla provincia labronica.

Immediato l’intervento dei vigili del fuoco di Livorno, alla cui sala operativa sono arrivate numerose chiamate di cittadini. Il rogo è stato estinto, e ora sono in corso le operazioni di raffreddamento e bonifica. Non risultato feriti. La protezione civile del Comune, a  livello precauzionale, invita la cittadinanza di tenere le finestre chiuse. Il sindaco Luca Salvetti si è recato nella sede dello stabilimento per seguire in prima persona l’evolversi della situazione.

L’incendio alla raffineria Eni è stato domato grazie all’intervento dei pompieri labronici, con i colleghi da Pisa, Lucca e Firenze, e al momento non risultano persone coinvolte.

Sentiti Arpat e i vigili del fuoco la protezione civile del Comune di Livorno ha informato che la situazione è tornata alla normalità. È stata anche ripristinata la piena viabilità davanti allo stabilimento.

“Seguiamo con attenzione l’evolversi della situazione. Abbiamo appreso che l’incendio è stato spento. Comunque il monitoraggio della sala operativa della protezione civile regionale resta costante e le nostre strutture rimangono in contatto con tutti gli organismi e le autorità competenti”. Così il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani dopo aver appreso la notizia dell’incendio scoppiato nella raffineria Eni di Livorno.

Il personale Arpat di Livorno è stato attivato dai vigili del fuoco, attraverso la Sala operativa della protezione civile, ha potuto accedere all’impianto intorno alle 15,20 quando l’incendio era già domato e sotto controllo. Le acque di spegnimento dell’incendio sono rimaste all’interno del sistema fognario e di trattamento della raffineria quindi non ci sono impatti sull’ambiente esterno per quanto riguarda la matrice acqua.

L’agenzia ha verificato lo stato di qualità dell’aria rilevabile dalle centraline più vicine alla raffineria centralina Eni di Stagno e quella di Livorno in via La Pira dall’inizio dell’evento, alle 14, fino al tardo pomeriggio. Le centraline non hanno registrato per i parametri gassosi, ossidi di azoto, biossido di zolfo, idrogeno solforato e benzene, variazioni rispetto ai dati medi registrati in questo periodo dell’anno. I dati delle polveri Pm10 e Pm2.5 saranno disponibili nella giornata di domani poiché lo strumento elabora un dato medio delle 24 ore.

ll settore modellistica previsionale di Arpat ha verificato i dati anemologici rivelati dalle due stazioni locali, una ubicata presso il Porto mediceo di Livorno, facente parte della Rete mareografica nazionale (gestita da Ispra) e l’altra collocata all’istituto Nautico di Livorno, gestita dal Consorzio Lamma. Le due stazioni sono collocate sul waterfront del porto di Livorno, a quote tra loro diverse, circa 10 metri sul livello del mare quella Ispra, circa 25 quella Lamma. Tenuto conto di questo fattore, nel periodo in cui si è sviluppato l’incendio le due stazioni hanno rilevato dati anemologici in buona sostanza coerenti tra loro: la direzione di provenienza è risultata da ovest sud ovest con una intensità tra 2 e 3 metri al secondo alla stazione Ispra e tra 3 e 5 metri al secondo alla tazione Lamma (differenza attribuibile alla diversa quota di monitoraggio delle due stazioni).

Le condizioni meteo locali (cielo sereno con buon irraggiamento solare, assenza di fenomeni di inversione termica) e le alte temperature dei fumi hanno favorito l’innalzamento degli stessi e la loro dispersione; le aree più interessate da eventuali fenomeni di ricaduta al suolo delle sostanze sprigionate sono da circoscrivere entro un raggio di circa un chilometri dall’impianto andato a fuoco (collocato in posizione centrale nell’area della raffineria, a circa 380 metri dalla via Aurelia).

L’abitato di Stagno, collocato a est nord est rispetto all’impianto coinvolto nell’incendio e che quindi è risultato “sottovento”, si colloca intorno o poco oltre il limite della zona sopra indicata. Tuttavia, la breve durata dell’evento induce a ritenere che gli effetti della deposizione al suolo delle sostanze inquinanti siano piuttosto modesti ovvero trascurabili.

“Agli abitanti di Livorno e delle cittadine limitrofe, allarmati dal denso fumo nero che si è alzato dall’ex Stanic, raffineria oggi di proprietà dell’Eni si devono risposte immediate sulla natura dei materiali stoccati, presumibilmente olio lubrificante, e sulla loro pericolosità per la salute e per l’ambiente. Ricordiamo che l’area coinvolta dall’incendio ricade nel perimetro del Sin di Livorno, un territorio già pesantemente violentato dalle attività connesse all’insediamento produttivo, con la contaminazione di suoli e falde acquifere”. Così, in una nota, Francesco Alemanni, commissario straordinario di Europa Verde per la Toscana, insieme ai due sub-commissari per la Toscana, Eros Tetti e Serena Ferraiuolo. “La notizia di un probabile ferito, – proseguono i tre ambientalisti, – ribadisce, inoltre, la necessità di impiegare le nostre forze dell’ordine nella tutela della sicurezza sul lavoro, in particolar modo quando si ha a che fare con materiali altamente pericolosi come i derivati dei combustibili fossili. È essenziale appurare in fretta che la combustione non abbia sprigionato nell’aria diossine e polifenoli in concentrazioni tali da costituire un rischio per la salute, considerato l’allarme lanciato dalla Protezione Civile. Riteniamo altrettanto necessario e urgente mettere a punto un piano di emergenza per evitare che incidenti rilevanti per la popolazione e altamente dannosi per il territorio si si possano verificare ancora”.

“Esprimiamo tutta la nostra solidarietà agli operai coinvolti nell’esplosione avvenuta nella raffineria  Eni di Stagno, nel livornese, e alla cittadinanza che, in queste ore, è costretta a tenere le finestre chiuse, vista la nube nera creatasi dopo lo scoppio. Per fortuna l’incendio è stato circoscritto dai Vigili del Fuoco, che ringraziamo, e ora pare che la situazione sia sotto controllo. Un incidente che ha fatto tornare in mente quello occorso lo scorso maggio, protagonista sempre la stessa raffineria, e che ha visto coinvolto un operaio colpito da una lastra di metallo. Dobbiamo prestare la massima attenzione su questi avvenimenti che non devono essere sottovalutati. Auspichiamo che le emissioni nell’aria rientrino nei limiti e che venga seriamente monitorata la situazione, così come annunciato dal presidente Giani”. Così i senatori e le senatrici M5S della commissione ambiente di Palazzo Madama.

Abbiamo appreso del violento incendio che si è sviluppato nel primo pomeriggio allo stabilimento Eni di Livorno. Fortunatamente sembra che la situazione sia sotto controllo e che non ci siano feriti. Sul versante dell’inquinamento ambientale, attendiamo l’esito delle verifiche di Arpat. Il grave episodio, per il quale le autorità sono già al lavoro per far luce sulla dinamica dell’incendio, riporta al centro del dibattito politico il futuro dell’impianto situato in località Stagno. Infatti, tra un anno Eni smetterà di produrre carburanti nello stabilimento – commentano da Fratelli d’Italia -. Il consiglio regionale, su impulso di Fratelli d’Italia, e i consigli comunali di Livorno e Collesalvetti hanno votato documenti, su impulso di Fratelli d’Italia, affinché venisse aperto un tavolo istituzionale tra Eni, Comune, Regione, rappresentanti sindacali e Governo per decidere il futuro dell’impianto e al fine di garantire i livelli occupazionali odierni. Ad oggi ci risulta che il tavolo non sia stato costituito e che Eni non abbia un vero piano industriale che delinei il futuro dello stabilimento livornese. Quando partirà il progetto di riconversione dell’impianto?”.

 

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